Batman contro Superman: sfida tra gladiatori

«Il giorno contro la notte, il blu contro il nero. L’alieno, il dio, contro l’uomo». È proprio così che lo ha sognato Zack Snyder l’incontro-scontro tra Superman e Batman: «la più grande sfida tra gladiatori mai immaginata», rubando le parole a Lex Luthor, arbitro inaffidabile ma pieno di sorprese.

Eccoli dunque uno di fronte all’altro al cinema, dopo esserlo stati già negli albi della DC Comics: Batman v Superman - Dawn of Justice (senza la “s” per non condensare tutta la logica del film su quel “versus”, dice il regista), a metà strada tra la cupa Gotham (che domina con le sue atmosfere dark) e Metropolis. Qui deve svolgersi il combattimento più atteso e a lungo immaginato da schiere di appassionati, tra cui dobbiamo metterci giocoforza Snyder che non si risparmia e segue a lungo l’iconografia classica per non deludere il pubblico dei fan. E che quando devia lo fa per metterci del personale (o quel - tanto - di buono lasciato in eredità da Christopher Nolan).

I due miti si sfidano e non c’è molto altro da sapere, anche perché in fase di sceneggiatura si fatica a mantenere il passo e la coerenza a tratti viene a mancare, in passaggi (e dialoghi) a cui però arriva in soccorso il fracasso a coprire tutto. Le citazioni si moltiplicano (cinema, serie tv, fumetto) i combattimenti pure, lasciando da parte la visione più intima cara a Nolan e privilegiando lo spettacolo puro. A decidere se questa “nuova” strada è la miglior sarà il pubblico a dirlo, intanto le prime proiezioni sembrano dare ragione alla produzione…

Uno scontro tra angeli e demoni, con i grandi temi delle due serie che sono ben presenti anche se la troppa carne al fuoco rischia di creare confusione. Cerca di mettere ordine proprio il Lex Luthor di Jesse Eisenberg (perfetto ma non è una novità) indirizzando la tenzone verso “il basso”, in direzione degli inferi, facendo pendere decisamente la bilancia verso Gotham. Annebbiando le certezze “aliene” di Clark Kent (Henry Cavill) e alimentando gli incubi umanissimi di Bruce Wayne (Ben Affleck). In tutto questo funzionano - egregiamente - le figure di “contorno” a Metropolis (la Lois Lane di Amy Adams e Perry White-Laurence Fishburne), mentre si sente un po’ la mancanza di Michael Caine a Gotham… Quella che sembra poter davvero mettere tutti d’accordo è invece la “Wonder” Gal Gadot, a suo modo davvero rivoluzionaria: occhi scuri, non giunonica, lontana dall’iconografia classica, ma «vicina al mito che le ha dato origine» spiega il regista.

A un certo punto, quando compare in scena lei (nessuno spoiler: si vede ed è già stra-annunciata dai trailer) avanza il sospetto che tutto quanto visto fino a quel momento sia stata una fragorosa “melina”, un giro-palla in attesa di sferrare l’attacco vero e di calare l’asso: quello della Justice Leage. Perché sarà anche vero che replicare alla Marvel e alla sua operazione Avengers «è solo una questione che riguarda i fan» - come dice Snyder -, ma è altrettanto vero che questi stessi (i fan) sono milioni (di spettatori) e che da qui parte la sfida della Justice League, già annunciata in due parti (per 2017 e 2019). La battaglia, a questo punto, quindi è solo iniziata.

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