Arte e poesia nel segno di “Cècu”

I versi di Antonio Ferrari e sullo sfondo i capolavori

Con il dolce ricordo di Antonio “Cècu” Ferrari si è conclusa L’immagine per inciso, la mostra dedicata alla storia dell’incisione che ha chiuso i battenti il giorno dell’Epifania, al termine di un pomeriggio dedicato all’indimenticato poeta e attore lodigiano, scomparso il 25 gennaio dello scorso anno. Organizzata presso lo Spazio Bipielle Arte dall’associazione Monsignor Quartieri, con il patrocinio di Comune e Provincia e il contributo della Fondazione Bpl, la mostra intendeva offrire ai visitatori la possibilità di ripercorrere la storia di questa tecnica artistica dalle origini ai nostri giorni, attraverso le opere di grandi maestri del bulino, come Goya, Rembrandt, Dürer, i Carracci, De Nittis, Giorgio Morandi e altri. Obiettivo raggiunto, a giudicare dagli oltre duemila visitatori che dallo scorso 10 novembre, giorno dell’inaugurazione, si sono lasciati attirare dal calibro degli artisti in mostra. «Tutti i visitatori, dai personaggi più noti ai semplici appassionati d’arte, si sono detti entusiasti - è il commento di Gianmaria Bellocchio, presidente dell’associazione Monsignor Quartieri - sia per quanto riguarda le opere esposte, sia per l’accuratezza del percorso e l’eleganza dello spazio espositivo».

Al successo della mostra ha senza dubbio contribuito la competenza di Patrizia Foglia, curatrice del Museo del Risorgimento di Milano, che nelle vesti di direttore scientifico ha selezionato le opere e curato l’allestimento in collaborazione di Luca Postini. Il Museo della stampa di Lodi, invece, ha messo a disposizione della mostra un torchio del 1750, utilizzato dai numerosi incisori che hanno offerto ai visitatori alcune dimostrazioni pratiche della loro arte. Ma il contributo forse più significativo è arrivato proprio dai numerosi artisti, critici, collezionisti, storici e galleristi che hanno partecipato agli eventi collaterali alla mostra, l’ultimo dei quali dedicato appunto ad Antonio Cècu Ferrari. A ricordare il suo talento è stato domenica l’amico Andrea Maietti, che ha “vivisezionato” una delle sue poesie meglio riuscite, Pulénta e lüna, mentre altre poesie sono state lette da Giovanna Lobbia, una delle anime della compagnia fondata dallo stesso Cècu, “I Soliti” di Montanaso Lombardo, cui apparteneva anche Luca Consolandi, che ha intervallato le letture con alcuni brani di fisarmonica. Il loro ricordo si è unito a quello dell’attore milanese Roberto Marelli e della piccola Gabriela, una bambina di Montanaso originaria della Romania, ottima interprete de La musca bifusca, uno dei cavalli di battaglia di “Cècu”. Lui avrebbe certamente apprezzato la freschezza dell’interpretazione, tanto più perchè a offrirla al numerosissimo pubblico presente (fra cui anche il figlio Luca Ferrari) è stata una bambina, per giunta di origini straniere: «Al mund - diceva Cècu - gh’è post per tüti».

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