Archinti, un pannello per celebrarlo

Sabato l’inaugurazione del grande ritratto (con le sottostanti formelle) collocato sul retro della sede della Coop che porta il nome del martire della Resistenza, a pochi passi dall’Ente a lui dedicato

nel segno di ettore archinti

Opera in ceramica di Tindaro Calia

e allieve

Cooperativa Archinti, c/o cascina Callista, in viale Pavia, Lodi. Inaugurazione pubblica sabato

16 novembre alle 11.45

«Ettore Archinti è ancora qui, con le sue opere e con un messaggio di libertà e fiducia che va trasmesso con forza alla parte più sana e viva della nostra società».

Così Oreste Lodigiani (presidente della cooperativa intitolata all’artista morto nel lager tedesco di Flossenbürg, dove era stato deportato per aver partecipato alla Resistenza) interpreta il significato della grande opera in ceramica che è stata collocata in questi giorni all’ingresso posteriore della sede della cooperativa (in viale Pavia, negli spazi di cascina Callista), a pochi passi dal Museo che valorizza le opere e la figura di Archinti.

L’autore del pannello è Tindaro Calia, docente del liceo artistico “Callisto Piazza” di Lodi, che si è avvalso della collaborazione delle allieve Elena Palazzo e Francesca Sala: il professore si è occupato del grande ritratto di Archinti, ispirato a una foto-tessera di fine anni Venti, mentre le ragazze hanno realizzato le formelle del registro inferiore, dipinte in base ad alcune fotografie di inizio Novecento (Archinti nel suo studio di via Callisto Piazza e una veduta di piazza Maggiore).

L’opera misura all’incirca 3 metri per 1.50 ed è composta da venti piastrelle; in alto, sopra il ritratto, gli autori hanno riprodotto con grafia identica all’originale il messaggio che Ettore Archinti lasciò sul tavolo della sua stanza all’alba del 21 giugno 1944, poco prima di essere arrestato: «Coraggio miei cari, l’amore è eterno ed io per sempre resterò fra voi».

Un toccante commiato, un testamento spirituale carico di speranza da cui gli autori del pannello sono partiti «per ricostruire una storia umana e artistica da tutelare, avviando un lavoro di ricerca documentaria finalizzato alla selezione di immagini che potessero testimoniare la formazione culturale dell’illustre scultore lodigiano». Così scrive Calia nell’elegante pubblicazione che verrà presentata al pubblico insieme al nuovo pannello, durante l’inaugurazione fissata per le 11.45 di sabato 16 novembre, un giorno prima del 69° anniversario della scomparsa di Archinti. Accanto al presidente Lodigiani, saranno presenti le autorità cittadine e i rappresentanti della Fondazione Bpl, che ha finanziato l’opera attraverso un bando vinto dal Museo Archinti di Lodi, nato nel 2008 su iniziativa della cooperativa e affidato oggi a un team di giovani curatori. I fondi sono serviti a pagare i materiali e le maestranze incaricate di installare l’opera, ma anche ad avviare una serie di iniziative che promettono di rimodernare il volto del Museo.

«Da qualche mese abbiamo iniziato a ricatalogare tutto il materiale in nostro possesso - spiega Luca Armigero, uno dei curatori - con l’obiettivo di creare un archivio digitale che renda fruibile a tutti questa collezione. Oltre alle sculture (ventuno quelle attualmente esposte, ndr) Archinti ha lasciato molti documenti cartacei: lettere, libri, pubblicazioni clandestine e stampa socialista, c’è anche la prima edizione in francese del Capitale di Marx. Questo lavoro di catalogazione, però, è solo il primo passo: ci piacerebbe censire anche le opere di Archinti in possesso di privati, per realizzare un grande archivio ragionato che permetta di ricostruire nel dettaglio il suo percorso artistico e umano». L’inaugurazione di sabato sarà per i curatori del museo un’occasione preziosa per lanciare ai lodigiani un appello, affinché chiunque sia in possesso di materiale inerente ad Archinti non esiti a contattare il museo, pronto a catalogare ogni più piccolo frammento di vita dell’illustre scultore lodigiano.

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