Allianz e Tonino Negri, l’arte è vita all’ex Marzani

Succede, quando finanza e arte si danno la mano, che un luogo dimenticato e un po’ anonimo della contemporaneità lodigiana torni a risuonare di presenze e di voci, che ritrovi per un giorno la sua anima un tempo fatta di incontri e di cultura. È avvenuto sabato scorso in via Gaffurio, nella omonima galleria recentemente ricavata dalla ristrutturazione dello stabile che ospitò un tempo il Teatro Gaffurio, dove ha sede ora il Centro di Promozione Finanziaria Allianz Bank: sua l’iniziativa che ha avuto come focus le sculture ceramiche di Tonino Negri.

Eteree, nel silenzio delle forme di gusto primitivo, per qualche ora hanno portato l’eleganza delle loro figurazioni nello spazio della galleria e continueranno a farlo nelle sale dell’agenzia bancaria. Circa 40 opere, in un allestimento rarefatto lungo i lati della galleria e nello spazio ad essa collegato. E un andirivieni ininterrotto di gente, autorità cittadine e appassionati ma specialmente i tanti che nel movimento di un sabato pomeriggio per le vie del centro si sono trovati a scoprire lo spazio e il lavoro di Negri, seguendo come fosse il pifferaio delle fiabe la musica dell’orchestrina jazz che è stata parte integrante della riuscita dell’evento. Nessun discorso ufficiale, nessun intervento critico inerente alle opere. Invece, il piacevole indugiare in un clima di spontanea vivacità tra incontri e conversari, davanti alla scoperta o alla ri-scoperta di una figurazione che recupera un linguaggio arcaico per proiettarlo nell’attualità, sostenuta dalla voce della poesia. Tutto questo nel luogo che fu parte significativa della storia della città, la Lodi che dagli ultimi decenni dell’Ottocento si riuniva al Gaffurio nella allora via Fissiraga per assistere a spettacoli di prosa e di opera, di rivista e di operetta, e che agli albori del nuovo secolo assistette qui alla comparsa del cinematografo destinato a soppiantare il teatro: nel 1947 il “Gaffurio” diventa ufficialmente “Cinema Marzani”, demolito poi alla fine degli anni Sessanta. Sempre significativa la carrellata tra i vecchi e nuovi lavori di Negri, i vasi antropomorfi dove spiccano la Pandora del 2015, i Giardinieri, gli Acquaioli, le Sirene, le Balene e recentissime versioni delle “Arche”. E, nello spazio chiuso coinvolto nel percorso, le sculture luminose portatrici di raffinate evocazioni nordafricane nei toni caldi di Casbah, Nilo, Passaggio o Africa. Un momento riuscito. Il primo, promettono i responsabili di Allianz Bank, di una serie a venire.

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