Alle Vigne l’ultimatum di Bergonzoni

Volare in alto con le parole contro l’ignoranza dilagante

Che cosa c’è di così urgente, oggi, per Alessandro Bergonzoni, tanto da spingerlo a scegliere il titolo Urge per il suo ultimo spettacolo (in scena domani sera alle 21 all’Auditorium Bipielle, in via Polenghi Lombardo per la stagione dedicata al Cabaret d’autore)? Urge, secondo il comico bolognese, fare «voto di vastità»: così, con il consueto gusto per il gioco linguistico virato verso l’assurdo, Bergonzoni segnala la necessità di pensare in grande, in un mondo che mortifica e banalizza la forza del pensiero. Urge grandezza (e non mania di grandezza, ché di quella ce n’è anche troppa): i grandi concetti sono come dei grandi velivoli, che hanno bisogno di grandi piste d’atterraggio, ossia, fuori di metafora, di ampi spazi mentali per poter essere analizzati. Ma spesso oggi ci accontentiamo di pensieri piccoli, e diventiamo piccoli a nostra volta, diventiamo quelli che lui definisce dei «nonsai», e sprechiamo la nostra mente in banalità che la inquinano e la mortificano.

L’ignoranza, sostiene ancora Bergonzoni, è appiccicosa, è contagiosa, e ad essa bisogna reagire recuperando la forza del pensiero. Urge, infine, coltivare la fantasia, l’immaginazione, l’apertura verso l’infinita vastità del possibile, lontano dalla banalizzazione televisiva che uccide il sogno e il pensiero. Lui, in scena con questo spettacolo dall’allestimento minimalista, che mette come sempre in primo piano l’energia esplosiva della parola, non rifiuta la definizione di attore comico, ma è convinto che la comicità non debba fermarsi alla battuta, alla ricerca della risata: «Lo spettatore – ha affermato parlando dei suoi spettacoli – va fatto faticare». E in effetti è una salutare fatica intellettuale seguire le capriole linguistiche vertiginose che il comico ogni volta propone con una vena inesauribile di umorismo freddo, che fa a pezzi il senso comune, aprendo un ventaglio inesplorato di possibilità linguistiche - e concettuali - del tutto inaspettate, efficace antidoto contro ogni irrigidimento dogmatico («Nessun dogma!» è uno degli aforismi più noti di Bergonzoni). Come sempre in bilico sulla linea di confine tra comicità e metafisica, l’attore gioca con le parole, le scompone, fa loro assumere nuovi e inattesi significati, restituendo loro una ricchezza che nel linguaggio usurato della quotidianità esse hanno perduto. Per questo spettacolo l’attore si è servito della collaborazione di Riccardo Rodolfi per la regia: una collaborazione che risale alla messa in scena di Predisporsi al micidiale, e poi è proseguita con successo per lo spettacolo Nel, che ha fruttato a Bergonzoni il prestigioso premio Ubu come miglior attore italiano nel 2009. Urge, quindi, ancora una volta, farsi travolgere dalla sorpresa e dalla vivacità sempre nuova della scrittura comica di uno dei più originali artisti contemporanei.

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Urge

di e con Alessandro Bergonzoni, regia Riccardo Rodolfi. All’auditorium Bipielle, per la stagione delle Vigne (domani, ore 21)

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