Aka Beicho, il primo cd:

una lunga storia in note

dentro una sola lettera

Cinque mollette appese a un filo; cinque musicisti quarantenni che hanno fatto del rock il loro personale elisir di giovinezza. Fabrizio Tamagni, Davide Spelta, Angelo Zanesi, Luigi Osan con l’aggiunta di Elsa Bossi: ci sono loro dietro l’immagine che campeggia sulla copertina di A, il nuovo disco della band lodigiana Aka Beicho che verrà presentato domani sera al Centro di partecipazione giovanile gestito dall’associazione Clam all’ex linificio. «Il prossimo album si chiamerà K - dice Tamagni, il bassista - l’idea è incidere altri otto dischi ognuno dei quali avrà come titolo un’iniziale, fino a ricomporre per intero il nome del nostro gruppo. Oggi siamo solo all’inizio ma siamo decisi a proseguire, oppure chissà, tutto finirà con questo album». I fan si tranquillizzino, è assai improbabile che gli Aka Beicho appendano al chiodo i loro strumenti: la soddisfazione per il lavoro svolto e la passione smodata che nutrono per la musica li farà senz’altro proseguire sulla strada intrapresa. «Siamo molto contenti di questo primo album - aggiunge Spelta, autore dei testi e voce del gruppo -, anche se è un disco difficile da inquadrare, il sound che abbiamo ottenuto è abbastanza diverso rispetto da quello che caratterizza i nostri concerti: dal vivo siamo molto più crudi, più scarni e aggressivi, più “indi” insomma, mentre dal lavoro in studio viene fuori un’immagine diversa di noi». Un’immagine comunque fedele allo stile energico e grintoso degli Aka Beicho, che si traduce in canzoni nate dalla collaborazione paritaria di tutti i componenti del gruppo (accanto a Spelta e Tamagni anche la chitarra di Zanesi e la batteria di Osan), ispirate al vivere quotidiano, al lavoro, agli affetti. «La quotidianità ci offre sempre mille sfumature - dice Spelta -, sentimenti positivi, piccole soddisfazioni, ma anche angoscia, disagio, comportamenti stereotipati come quelli che racconto in Stessa destinazione, una canzone nata quando facevo il pendolare a Milano». Fra le tracce contenute nel nuovo album, molte sono state scritte quando del gruppo faceva parte anche Lele Bassi, ex chitarrista dei Lipido: «Con lui avevamo inciso un precedente disco, uscito nel 2005 in Inghilterra. Era un lavoro casalingo, un progetto senza una forma ben definita che però ha dato il via a una serie di esperienze (fra cui la vittoria al concorso della rivista CM2 con il brano Modem 56.6) che sono alla base di ciò che siamo oggi». Nel frattempo, nell’organico degli Aka Beicho è entrata anche l’attrice Elsa Bossi, che si occupa dei cori: «Conosco Davide Spelta da molti anni, suonavamo assieme nei Lipido, e quando mi ha chiesto se mi andava di partecipare alla registrazione di un nuovo disco ho accettato subito: i pezzi mi piacciono molto e mi diverte cantarli, ma non mi ritengo un membro effettivo del gruppo, almeno per il momento». Intanto però partecipa alle prove nella saletta del Roal Sound Gallery (teatro di questa intervista) e sarà sabato sera sul palco del Clam: l’inizio del concerto è previsto per le ore 22, al termine sarà possibile acquistare una copia del nuovo disco, disponibile anche in tutti i negozi Wind di Lodi, Crema, Bergamo e Milano.

Silvia Canevara

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