Acerbi: «Così ho sconfitto il cancro»

Un libro che parla di determinazione, voglia di lottare, tenacia e forza d’animo. E di un «carattere di ferro» che ha permesso a Francesco Acerbi, calciatore di Dresano oggi in forza ai neroverdi del Sassuolo, di sconfiggere per ben due volte un brutto tumore a un testicolo.

Una storia che l’ex difensore di Chievo e Milan ha raccontato nelle pagine di Tutto bene - La mia doppia vittoria sul tumore scritto con il giornalista Alberto Pucci e appena pubblicato da Sperling&Kupfer. Con grande emotività e trasporto, Acerbi racconta i suoi primi passi da calciatore (da ragazzino giocò anche con le maglie di Atletivo Cvs e di Casalmaiocco), l’intenso legame con il padre, il rapporto con la famiglia che gli è rimasta sempre accanto, l’arrivo nella Nazionale azzurra e soprattitto la storia, drammatica ma anche piena di speranza, della sua battaglia contro il tumore che lo aveva colpito nel luglio 2013 e poi, in forma ancora più minacciosa, a dicembre dello stesso anno.

Acerbi, classe 1988, è oggi uno dei migliori difensori italiani e la malattia lo ha reso un uomo più responsabile e maturo: dopo la sua esperienza ha deciso di schierarsi in prima fila nella sensibilizzazione e nella lotta ai tumori con l’obiettivo di sostenere la ricerca e aiutare chi quotidianamente combatte questo male. Da qui la scelta di donare parte del ricavato delle vendite del libro all’organizzazione caritativa Play for change, al Centro di oncobiologia sperimentale dell’Università di Palermo e al San Raffaele di Milano. L’ospedale meneghino riceverà un euro per ogni copia venduta: la cifra andrà a supportare poi un importante progetto legato alla ricerca sui tumori maschili. Il libro è stato presentato ieri alla galleria Mondadori in piazza Duomo a Milano. «Ho sempre creduto che nella vita non ci si può arrendere, non bisogna mollare mai - ha detto Acerbi -. Questa esperienza mi ha cambiato completamente: sono cresciuto sotto tanti aspetti. Riconosco valori che prima non consideravo così importanti».

Il libro ha colpito anche l’attenzione di un luminare della medicina, Umberto Veronesi, che lo ha consigliato come lettura di conforto ai pazienti che stanno combattendo contro la malattia. «Quando giocavo nella Reggina - ha proseguito Acerbi - ho capito che potevo fare qualcosa di importante e da lì non ho più mollato. Devo ringraziare la mia famiglia, mia mamma, una donna forte e ancor più forte dopo la perdita del mio caro papà e poi mio fratello e mia sorella, sempre accanto a me specialmente nei momenti più difficili. Un ringraziamento va anche al Sassuolo che mi ha sempre supportato e ai tanti tifosi per il loro affetto. E infine a me stesso per non aver mai mollato: adesso posso dirlo, tutto bene!».

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