A San Cristoforo l’arte è felina

Da venerdì la mostra “I gatti di Gatti”

In quanti modi si può raffigurare un gatto? Come immagine allegorica, incarnazione del male o di grazia, del vizio e della virtù, secondo la lettura offerta da tanti grandi dell’arte. Oppure gatto come affettuoso e inafferrabile compagno dell’uomo, o anche come autonoma figura di bellezza. Ma forse, “Il gatto/ vuole essere solo gatto/ ed ogni gatto è gatto/….. /dalla notte fino ai suoi occhi d’oro/” come nei versi di Neruda, che condensano l’indole dell’animale e ne ricordano la presenza in letteratura. A questa fanno riscontro anche in arte numerose espressioni dello stretto rapporto tra gatti e pittori e scultori. Se ne trova un esempio nella mostra in apertura alle 18 di venerdì 15 febbraio alla chiesa di San Cristoforo a Lodi; per tutti gli amici dei gatti, ben 150 immagini (di 60 diversi autori) del felino ritratto nel corso della storia, da Carpaccio nel Sant’Agostino nello studio e da Lorenzo Lotto nell’ Annunciazione di Recanati, o ancora, in un sinteticissimo elenco, da Velasquez, Picasso, Renoir, Klee e Balthus. Un tema che da sempre affascina il milanese antiquario Peppino Gatti, al quale appartengono le opere esposte fino al 24 febbraio: in ossequio all’affermazione “nomen omen”, da anni Gatti colleziona dipinti e incisioni, disegni, sculture e fotografie con il connotato irrinunciabile della figura del gatto come protagonista, comprimario o semplice comparsa. Lo ha spiegato lo stesso Gatti nella conferenza stampa introdotta dal garante per i diritti degli animali della Provincia di Lodi, Emanuele Arensi, nella quale Angelo Bocchioli ha anticipato la presenza nella cornice di San Cristoforo dell’associazione Amici Animali onlus da lui presieduta, che cura insieme a Mario Quadraroli la mostra I gatti di Gatti sostenuta anche dal Lions club Lungoladda Lodigiano. Il percorso espositivo muove temporalmente dalle tre incisioni di Goya datate agli ultimi anni del Settecento, incontra un’acquaforte di un altro estimatore di gatti (l’Olympia insegna) come Edouard Manet, quindi un disegno di Max Klinger del 1887 e una litografia dell’autore dell’insegna del celebre cabaret parigino “Le chat noir”, Théophile Steinlen, per giungere poi alla contemporaneità: Floriano Bodini con quindici tra bronzi, acquerelli, incisioni e disegni; litografie di Francesco Messina e acqueforti di Giancarlo Vitali e Giuseppe Migneco, disegni e bronzi di Augusto Perez, una tela di Felicita Frai e una “Donna-gatto” di Novella Parigini. Poi Agenore Fabbri, Wanna Broggi, Gioxe de Micheli e, volendo tentare un itinerario tra correnti e movimenti, il Realismo esistenziale di Giuseppe Guerreschi, la Transavanguardia con Enzo Cucchi e Mimmo Paladino, l’astrazione di Atanasio Soldati e la pop art italiana di Ugo Nespolo. Interpreti della lodigianità sono Franco Razzini, che condivide con Pepi Merisio la rappresentatività dei fotografi, quindi Marcello Simonetta di Spino d’Adda e la ceramista Eleonora Ghilardi. Il tutto nella ricorrenza della “Giornata internazionale del gatto” il 17 febbraio: inutile dire che i visitatori potranno intervenire alla mostra portando anche i loro gatti.Marina Arensi

I gatti di GattiDa Goya a Mimmo Paladino: due secoli con il gatto nell’arte. Lodi, chiesa di San Cristoforo, via Fanfulla 18. dal 15 al 24 febbraio 2013. Da lunedì a venerdì 16/ 19; sabato e domenica 10/12.30 e 16/ 19

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