
Le telefonate alla nostra redazione sono tambureggianti. Arrivano tutti i giorni, dai centri più svariati del territorio. Lamentele da parte di genitori che segnalano di ragazzi e ragazze di tutte le età lasciati a piedi dagli autobus della Star e della Line. I pullman sono stracolmi, gli studenti schiacciati come sardine. E quando sul bus non ci entra più neppure uno spillo gli autisti li lasciano a piedi, alla fermata. E così padri e madri devono abbandonare il posto di lavoro per andare a recuperare il proprio figlio che deve andare o tornare da scuola.È capitato nei primi giorni di settembre, e poteva essere comprensibile. Ma questa situazione sta andando avanti da tre settimane, con problemi irrisolti e con le proteste che arrivano da buona parte del territorio.La Line e la Star si giustificano trincerandosi dietro al fatto di operare «nell’osservanza degli obblighi contrattuali». Non sappiamo a quale tipo di obblighi si riferiscano: se per un’azienda di trasporti pubblici, che percepisce denaro pubblico, garantire il servizio a tutti senza lasciare a piedi ragazzi e ragazze minorenni che hanno regolarmente pagato l’abbonamento, non è un obbligo, c’è da rimanere basiti.Intanto le proteste si moltiplicano. Ogni giorno. E studenti e genitori, non sapendo più cosa fare, telefonano alla redazione del “Cittadino”.Il nostro giornale lo sta scrivendo da quando è iniziata la scuola: bus strapieni di ragazzi e ragazze, viaggi percorsi in braccio ai propri coetanei che hanno avuto la fortuna di trovare un posto a sedere. O percorsi in piedi, nei corridoi, con anche trenta persone per volta.Le aziende di trasporto pubblico giustificano questa situazione da carri-bestiame sostenendo che «se le segnalazioni toccano venti mezzi, ci è impossibile intervenire. I turni di servizio non sono una cosa banale, ma sono concordati con le organizzazioni sindacali. Senza contare che gli orari provvisori variano da scuola a scuola e non ci vengono comunicati. Noi abbiamo un orario fisso e approvato con l’ente concedente. E quell’orario lo stiamo rispettando».Gli orari scolastici dovrebbero essere comunicati alle aziende dalla Provincia di Lodi, la quale accusa i presidi di non aver comunicato alla stessa l’orario scolastico provvisorio. I disagi continuano, i dipendenti provinciali che avrebbero dovuto sollecitare i presidi si sono limitati a convocare tavoli di lavoro, gestendo il tutto come una normale vicenda burocratica. L’ultimo comunicato che la Provincia di Lodi ha emanato su questo argomento è stato per promuovere «d’accordo con le società che si occupano di trasporto locale, il “tesserone”, un super abbonamento indirizzato agli studenti che dà la possibilità di accedere al servizio con un prezzo agevolato».Ma cosa se ne fanno i ragazzi di scuola, del “tesserone”, se vengono lasciati a piedi da Star e Line perché i bus non riescono a contenere gli utenti? E i presidi? E le forze dell’ordine che non si accorgono dei bus stracolmi?E i politici lodigiani? Scandalosamente addormentati. Cosa ce ne facciamo di una Provincia che non è vicina alla gente? E lo scrive chi ha fatto parte della pattuglia che partecipò a decine di incontri per convincere i cittadini del Lodigiano della necessità di dar vita alla Provincia di Lodi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA