A Lodi un dentista per ogni bimbo segnalato dai servizi sociali

EMERGENZA IN CRESCITA Siglato un protocollo tra l’ordine degli odontoiatri e il Comune: l’assessorato guidato da Simonetta Pozzoli segue 470 minori in difficoltà

Un dentista per ogni bambino segnalato dagli assistenti sociali. Non un gesto filantropico, ma l’attuazione di un articolo del codice deontologico degli odontoiatri. Ieri pomeriggio è stato siglato in Broletto un protocollo tra amministrazione comunale e commissione degli odontoiatri intitolato “Aiuta un bambino a sorridere”.

L’iniziativa è stata presentata dall’assessore comunale alle politiche sociali Simonetta Pozzoli e dal presidente della commissione odontoiatri dell’ordine dei medici Marco Landi, insieme all’assistente sociale del Comune Raffaella Boschiroli e al consigliere comunale, oltre che infermiere, Andrea Levantino.

Sono 470 i minori in difficoltà seguiti dai servizi sociali del Comune di Lodi

Si chiama «odontoiatria sociale, solidale o di prossimità», ha spiegato l’assessore Pozzoli. I dati dei bambini seguiti dal Comune di Lodi sono impressionanti. Gli ultimi numeri, snocciolati dall’assistente sociale, parlano di 470 minori in difficoltà incrociati nel corso del 2025.

«La salute orale - commenta - è l’ultima preoccupazione delle famiglie, salvo poi arrivare a segnalare le emergenze. A volte ci dicono che i bambini non vanno a scuola, andiamo a controllare, hanno mal di denti. Nessuno se ne è mai occupato, ma il compito nostro è far star bene le persone».

L’iniziativa, ha aggiunto l’assessore, «nasce proprio dal nostro impegno per chi fa fatica. La prevenzione dentale in chi ha difficoltà economiche è lasciata per ultima. Ogni odontoiatra che aderirà al protocollo si prenderà in carico un bambino per un anno. I professionisti si occuperanno della prevenzione dei minori a 360 gradi. Tra un anno poi l’accordo si rinnoverà, sperando di poter ampliare i numeri».

Gli odontoiatri lodigiani sono tra i 180 e i 190. Se tutti aderissero sarebbe già un ottimo inizio. «Ringrazio il dottor Landi che da subito si è attivato - spiega l’assessore -, Elga Zuccotti che è referente del progetto, la dottoressa Boschiroli e Levantino che ha suggerito l’iniziativa. È bello muoversi insieme, da soli non si va da nessuna parte».

«Non filantropia, ma un obbligo deontologico»

Parole di ringraziamento a Simonetta Pozzoli sono arrivate da Landi: «Questo progetto non è un atto di filantropia o beneficenza - ha detto il presidente -, ma per i medici e i dentisti è un preciso dovere deontologico. C’è l’articolo 32 del codice deontologico che dice: “Il medico tutela il minore, la vittima di qualsiasi abuso, violenza, e la persona in condizioni di vulnerabilità o fragilità psicofisica, sociale o civile, in particolare quando ritiene che l’ambiente in cui vive non sia idoneo a proteggere la sua salute, la dignità e la qualità di vita”. Nasce da questo, non da afflati filantropici che non sono propri dell’istituzione in quanto tale. Questa è una iniziativa che sistematizza e organizza le iniziative già in essere. La stragrande maggioranza dei dentisti di famiglia, e uso il termine “dentisti di famiglia” non a caso, ha già in essere questa attitudine: chiunque, molti, ha pazienti che cura gratuitamente come un atto di giustizia sociale, ma nel momento in cui c’è un filtro che dà la priorità a chi realmente ha bisogno, si aiuta anche chi fa volontariato sanitario a dedicare veramente il proprio tempo e le proprie energie a chi realmente ha bisogno e non a chi non è in testa nella scala delle priorità».

Odontoiatria di famiglia versus odontoiatria profit!

«Riassumendo - ha detto Landi - parliamo di odontoiatria di famiglia o di prossimità, come ha detto l’assessore, versus una odontoiatria societaria in senso negativo, di catena, che invece ha uno scopo più profit. Parliamo anche dell’incontro di due sensibilità. Di questo ringrazio l’amministrazione comunale e l’assessore in prima persona perché non è da tutti avere le stesse sensibilità. Nel momento in cui due sensibilità istituzionali s’incontrano perché si lavora all’interno delle istituzioni ha qualcosina in più rispetto al burocrate o a chi pensa di fare il proprio lavoro in modo limitato. Quando si va un pochino oltre con il cuore allora le due sensibilità s’incontrano e c’è una sinergia positiva. Sono due sensibilità che danno una risposta a una emergenza urgenza in crescita».

«Emergenza urgenza odontoiatrica in crescita»

«I dati del 2023 - spiega il dottor Landi -, dicono che l’accesso medio delle famiglie alle cure odontoiatriche è del 61 per cento, ma del 74 per cento al Nord, del 66 al centro e del 40 al Sud. Quindi vuol dire che c’è comunque una sperequazione geografica importante e poi, politicamente, farò qualche rilievo. L’altro dato che riguarda specificamente il nostro progetto è che le famiglie non in povertà accedono per il 69 per cento.Le famiglie in condizioni di povertà certificata accendono alle cure odontoiatriche solo nel 16 per cento dei casi. Cosa vuol dire?».

«Il medico scolastico non c’è più e non si investe sulla prevenzione. Il sistema sanitario è al collasso»

«Mancano gli investimenti, nelle terapie, ma soprattutto nella prevenzione che vuol dire, parliamo di minori, prevenzione scolastica - annota Landi -. Purtroppo il sistema in questo momento non è più come quando noi boomer eravamo alle elementari, avevamo il dottor Sportelli che veniva a visitarci e a dirci: “Hai la schiena storta, hai i denti cariati”. C’è un problema di prevenzione primaria e secondaria. L’ultimo rilievo mi permetto di farlo in termini politici, perché io mi occupo di politica sanitaria quasi da 40 anni e l’ordine istituzionalmente collabora con le istituzioni per la promulgazione di leggi che riguardano la salute. Il rilievo politico è che il nostro sistema sanitario nazionale, che sta facendo degli sforzi incredibili (l’interlocuzione con l’Asst locale è ottima, stanno facendo grandissimi sforzi, il progetto Dama che stanno iniziando è una cosa bellissima), ma ci sono dei limiti legati alla struttura: il rilievo politico generale è che il nostro sistema sanitario nazionale, che è passato dagli anni ’60, quando era un sistema misto mutualistico e comunale (il mio povero papà faceva il medico condotto per assistere chi era indigente e il comune indicava chi era indigente e il sistema funzionava bene), a un sistema universalistico con la riforma del ’72; è stato additato come il migliore sistema al mondo, ma adesso è collassato o sta collassando; l’indirizzo non è più di ritornare verso un sistema mutualistico che, per definizione semantica è no profit (perché le mutue della Breda, della Pirelli, erano mutue): stiamo evolvendo verso un sistema misto, dove c’è una parte universale, ma la grossa parte privata che si sta sviluppando è assicurata, quindi profit».

«Le iniziative di surroga dell’inefficacia del sistema sanitario si moltiplicano, ma non possiamo surrogare il diritto fondamentale che è quello dell’accesso alle cure. La politica se ne deve occupare»

«Questa è una transizione di cui dobbiamo essere consci: io dico alla parte politica seria che è qualcosa di cui la politica si deve occupare, che non è solo una questione tecnica o amministrativa, ma di filosofia e di politica sanitaria della popolazione italiana; in particolare, la mia preoccupazione è che, per quanto possano moltiplicarsi le iniziative di surroga della inefficacia del sistema sanitario, non possiamo surrogare quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale, cioè l’accesso alle cure».

«Condivido molto questo discorso. C’è un vulnus nazonale che per quanto riguarda le cure odontoiatriche lascia a desiderare. Esiste un servizio pubblico all’interno dell’Asst - ha spiegato Levantino -, ma è molto limitato dai numeri. Non può soddisfare tutti i numeri delle famiglie che non possono permettersi le cure private. Qualcuno sa districarsi nella burocrazia. Ho tre figli, li ho fatti seguire tutti dall’Asst, ma devi sapere come fare. Ho aperto questo percorso parlando con il mio medico Salvatore Batia, esortandolo a fare qualcosa poi è arrivata la pandemia e quando sono stato eletto ho rilanciato la richiesta e gliene ho parlato perché lui è iscritto a Milano».

L’iniziativa “Aiuta a sorridere un bambino”verrà lanciata la settimana prossima agli odontoiatri lodigiani.

«È meglio iniziare con poco - ha detto Landi - piuttosto che con progetti faraonici che non portano risultati. Non siamo i primi e non saremo gli ultimi a portare avanti questi progetti di odontoiatria sociale, ci hanno provato tutti, dai sindacati, qualche ordine, le associazioni, ma iniziative troppo ampie si arenano per problemi organizzativi: abbiamo preferito una organizzazione agile, rapporti diretti tra chi si occupa del progetto e con risultati, se possibile misurabili; fra un anno faremo la verifica. Dobbiamo essere equilibrati e non fare più di quanto il cuore ci porterebbe a fare».

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