Maturità, no alla saga dei furbetti

Non credo ai miei occhi! Leggo, rimango perplesso e mi chiedo: perché mai alcuni miei colleghi sentono la necessità di chiedere al ministro Profumo di dotare le scuole di marchingegni tecnologici utili a garantire correttezza e legalità durante gli esami di stato? Anche quest’anno si registrano dichiarazioni, più o meno provocatorie, rilasciate da parte di studenti e presidi. Se gli studenti continuano nella ricerca di nuove strategie per beffare i commissari, i presidi continuanonello studio del deprecabile fenomeno del copia copia che va assumendo, con crescente preoccupazione, un allarmante livello di tolleranza e giustificazione a livello sociale. E’ come dire: visto che si è sempre copiato, perchè non si deve continuare a farlo? In fine dei conti è la tradizione che continua nell’innovazione. Come dimenticare, infatti, i tempi dei bigliettini tra le pagine del vocabolario, dei temi svolti su strisce opportunamente ripiegate e sistemate addosso ben protette da cinture ornamentali adattate ad eleganti gonne o pantaloni? Opere in miniatura riuscite meglio di quelle copiate dai maestri monaci benedettini. Senza offesa per i benedettini, naturalmente. Absit iniura verbis, che l’ingiuria sia lontana dalle parole. Intanto si allarga sempre più il dibattito sulla rete su come frenare la voglia dei giovani furbetti di affidarsi a marchingegni piccoli e diabolici pur di garantirsi una copertura nei momenti critici delle prove scritte. Si parla di congegni miniaturizzati, tecnologicamente avanzati a prova di presidenti e commissari. Sarà ma questi furbetti dovranno, pur sempre, fare i conti con una solerte vigilanza fisica e ora devono, forse, stare attenti anche a certi apparecchi tecnologici anti-intrusione. E’ Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, a lanciare l’idea di dotare le scuole, durante i giorni d’esame, di apparecchi elettronici adatti a rilevare la presenza a scuola di cellulari o di altre diavolerie sia che siano accesi sia che siano in stand-by. Chiede, inoltre la collaborazione della polizia postale pronta a intervenire a tutela del rispetto della legalità e a garanzia del rispetto delle procedure afferenti il plico on-line che si avvale di tecnologia militare. Quest’anno, infatti, per la prima volta scatta l’operazione Plico Telematico. In poche parole viene mandato in soffitta il tradizionale rito della consegna ai presidenti di commissione, da parte di poliziotti o carabinieri, dei plichi cartacei sigillati contenenti i testi delle prove trasmesse dal ministero, per essere sostituito dalla nuova procedura del Plico Telematico con l’aiuto della rete. Anche in questo i tempi cambiano. Dal ministero assicurano che l’operazione è a prova di hackeraggio e che tutto filerà liscio. Intanto le simulazioni fatte nei giorni scorsi sono andate bene. Il sistema è stato testato in tutte le scuole superiori d’Italia e in effetti tutto ha funzionato a dovere. E’ pur vero che i ragazzi fanno cose strabilianti con il computer e allora è stata una saggia decisione affidarsi ai sistemi di sicurezza messi in atto dagli esperti del ministero. In questi casi la prudenza non è mai abbastanza. Probabilmente in Viale Trastevere saranno scesi in campo esperti anti hacker per garantire la regolarità degli esami nei giorni dell’invio delle prove via web. Si parla, infatti, di contromisure per annullare le onde radio degli apparecchi tecnologici dei ragazzi, di polizia postale pronta a intervenire per rintracciare i segnali radio, di codici di decriptazione per aprire file con estensione sconosciute, di tecnologia militare necessaria a garantire la massima segretezza dell’operazione. Eh la miseria! Ma che sta succedendo? Ma vado a fare il presidente di una commissione d’esame o vado al fronte? E’ forse scoppiata una guerra tra tutori del rispetto delle norme d’esame e studenti stimolati da una innata voglia d’astuzia atta a sfidare le istituzioni? Ritengo, invece, che ognuno debba fare la propria parte e chi sbaglia ne paga le conseguenze. E’ sufficiente ricordare ai ragazzi che affrontare gli Esami di Stato non è la stessa cosa che essere impegnati in un tradizionale compito in classe. E’ qualcosa di più. Non sarà tollerato il minimo eccesso specie se questo è suffragato da atti irresponsabili e illegali. Suggerisco, piuttosto, di affidarsi al proprio intelletto, al lavoro svolto durante l’anno, ai suggerimenti degli insegnanti e, perché no, alla benevolenza di qualche Santo in Paradiso. Tradizioni vecchie quanto il mondo. Lo facevano gli allievi di Pitagora anche se in circostanze diverse (a quei tempi non c’erano gli Esami di Stato) quando giuravano al loro maestro impegno nello studio con la formula: «Lo giuro su Colui che ha rivelato alla nostra anima la divina tetraktys» (che è poi il numero dieci ritenuto un numero divino). Che solennità! Allievi che giuravano serietà, impegno, obbedienza al maestro, diffidando delle furbate. Chissà come reagirebbero oggi gli studenti se venissero portati a giurare solennemente a non affidarsi alle illegalità, a certi strani apparecchi tecnologici per consegnarsi alle proprie capacità, al proprio intelletto. Presidenti e commissari hanno sempre avuto il loro bel da fare. Oggi sul mercato sono reperibili sistemi particolari e sofisticati come le penne ad inchiostro invisibile la cui scrittura risalta solo se illuminata da un raggio di luce particolare guarda caso piazzato sul tappo della penna. A rendere l’ambiente un po’ più teso contribuisce, certamente, la nuova formula dell’invio telematico delle prove d’esame. Per la prima volta internet entra in pompa magna nelle operazioni d’esame con modalità e processi a prova di hacker. Un complicato sistema di codici di sicurezza congiuntamente all’invio alle scuole di un testo criptato renderanno l’operazione esame 2012 alquanto sicura. Almeno così si dice. Se fino allo scorso anno l’opera di vigilanza investiva soprattutto di enormi responsabilità commissari e presidenti, da quest’anno anche al ministero saranno in tanti a vivere insonne la notte prima degli esami, sperando nella tenuta della macchina organizzativa esposta, come sarà, all’onda d’urto degli hacker che faranno di tutto per accedere al sistema e violare il segreto ministeriale. Ma, sono sicuro, andrà tutto bene.

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