Caro Direttore, ho letto con attenzione la replica del Sindaco Uggetti al mio articolo sul business park. Mi scuserà, il Sindaco, se riassumo il suo pensiero in poche righe: a suo dire, il business park dovrà insediarsi necessariamente su aree pubbliche e lo sviluppo del medesimo avverrà a piccoli passi, man mano che le imprese alimentari e del green biotech manifesteranno il loro interesse a insediarsi a Lodi, nei pressi del Parco Tecnologico Padano. Se queste sono le precondizioni, dice il Sindaco, esso non può che trovare spazio sui 400.000 metri quadrati di terreno agricolo di Villa Igea. Lungi da me voler precludere alla città una quanto mai auspicabile prospettiva di sviluppo e occupazione, vorrei tuttavia ragionare sulla possibilità di preservare 400.000 mq di suolo libero nel raggiungimento di tale obiettivo. Soprattutto, credo che si possano trovare spazi adeguati, già urbanizzati e inseriti nel contesto cittadino in cui ospitare le imprese. Penso sia utile approfittare dello spazio che mi è concesso, pertanto, per avanzare un’ipotesi che credo possa soddisfare tutti i sopraelencati requisiti. Parlo degli spazi di Lodinnova, per i non addetti ai lavori la struttura che avrebbe dovuto ospitare – il condizionale, ahimè, è d’obbligo – la nuova Fiera di Lodi. Non è mia intenzione, in questa sede, ripercorrere la genesi di tale struttura – pensata, in assoluta buona fede, in una fase in cui si credeva fosse utile che Lodi avesse il proprio polo espositivo – né puntare il dito su quanto essa sia costata in più del previsto e con quanti anni di ritardo essa sia stata inaugurata. Mi attengo allo stato delle cose così come oggi esse sono: la Fiera di Lodi è una scatola vuota con un buco di bilancio di qualche centinaia di migliaia di euro, figlio soprattutto di un mutuo di 4 milioni di euro con il Banco Popolare, che in assenza di attività in grado di generare valore, viene coperto ogni anno dal Comune di Lodi, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio e, in misura minore, dalla Confartigianato e dall’Unione Artigiani.In tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, una cattedrale nel deserto è un lusso che non possiamo permetterci. Perché allora non pensare di riconvertire gli spazi espositivi di Lodinnova e di insediare al loro interno il primo pezzo di business park? Sono aree di proprietà pubblica, già urbanizzate, inserite nel contesto urbano, in un’area periferica e già destinata ad attività industriali e commerciali, il cosiddetto P.I.P., un’area bisognosa peraltro di riqualificazioni, che trarrebbe sicuro giovamento da tale insediamento. Ancora: sono spazi che finalmente verrebbero messi a valore, alleggerendo gli oneri (e i bilanci) degli enti locali, della Camera di Commercio, delle associazioni (finanche delle famiglie e delle imprese lodigiane, che già si trovano e si troveranno a dover far fronte a un aumento piuttosto corposo della pressione fiscale).Già immagino la prima obiezione: come si può pensare di sostituire un’area di espansione di 400.000 metri quadrati con una struttura che ha una superficie calpestabile coperta di soli 10.000 mq? Ecco: qualcuno si è mai chiesto se abbia senso prevedere un così ampio insediamento? Stando al piano di fattibilità del 2011, nel Business Park di Villa Igea la superficie calpestabile coperta sarebbe anch’essa di 400.000 mq. Assumendo una densità di 30 mq per addetto - finanche esagerata in tempi di coworking e spazi condivisi - vorrebbe dire che quell’area è destinata ad accogliere, a pieno regime, circa diecimila addetti. Le sembra una prospettiva verosimile, nel 2014, caro Direttore? E anche se lo fosse, avrebbe senso anche solo prospettare un’area di sviluppo industriale di tali dimensioni nel bel mezzo della campagna, raggiungibile solo in automobile?Io credo di no. Al contrario, credo che gli spazi della Fiera sarebbero sufficienti perlomeno per accogliere le attività incubate nel Parco Tecnologico Padano, l’embrione necessario da cui far partire il distretto del green biotech e per dare fiato a quello che, a mio avviso, è il vero volano dell’iniziativa: l’università forma gli studenti, il Parco Tecnologico Padano offre loro gli strumenti e gli spazi per incubare la loro idea imprenditoriale, Lodinnova potrebbe offrire loro gli spazi per far nascere e crescere la loro start up. Seconda obiezione: e se altre imprese volessero insediarsi a Lodi dopo che tutti gli spazi della Fiera sono stati occupati? Come ho già ricordato nel mio precedente articolo, nel PGT è già prevista un’ulteriore espansione del P.I.P. per altri 800.000 mq. Suolo già tecnicamente consumato, quindi, che sostituendosi (invece che sommarsi) ai terreni di Villa Igea, ne salverebbe la destinazione agricola. Aggiungo, peraltro, che tutto il territorio cittadino e provinciale potrebbe e dovrebbe essere il nostro business park. Legare l’insediamento e lo sviluppo di un’impresa a spazi predeterminati a tavolino e decisi dall’alto è un’illusione dirigista. L’economia si muove negli interstizi del qui e ora, vive di momenti e occasioni, si insedia dove ritiene più gli possa giovare stare, non dove gli viene detto che dovrebbe localizzarsi. E’ così ovunque e il lodigiano non fa eccezione. Altrimenti, non si spiegherebbe come mai le imprese artigiane preferiscano insediarsi ai margini della Lodi-Casello invece che nel P.I.P. artigiano a loro dedicato.In sintesi, caro Direttore, credo ci sia lo spazio per ragionare di questa ipotesi in cui tutti avrebbero da guadagnarci. Le start up del Parco Tecnologico, che avrebbero uno spazio conveniente e adatto a loro in cui insediarsi. Il Parco Tecnologico Padano, che avrebbe a disposizione un alveo di sviluppo per le start up che sta incubando. La città, che potrebbe beneficiare di un indotto commerciale che, nel caso di insediamento a Villa Igea, le sarebbe di fatto precluso. Gli enti locali, che riuscirebbero a mettere a valore un cespite finora improduttivo. La Camera di Commercio e le associazioni, che auspicano da tempo una riqualificazione funzionale del P.I.P. Il territorio in cui viviamo, infine, che verrebbe risparmiato dall’ennesima, rischiosa e sovradimensionata urbanizzazione.
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