Gli stessi musicanti... e la musica?

Un vecchio detto popolare, riferito alla ripetizione di eventi poco edificanti, sgradevoli, negativi, così recitava: “cambiano i musicanti ma non la musica”. E’ facile tramutarlo in un suo equivalente, simmetrico, speculare, perciò di analogo significato: “, cambia la musica ma i musicanti son gli stessi”.I sommovimenti politici remoti e recenti, che hanno determinato e stanno ancora determinando l’avvicendamento di governi e governicchi in questo nostro martoriato Paese, sono facilmente associabili a tale metafora, tanto saggia quanto drammaticamente veritiera, con una variante formale di peso praticamente nullo: possiamo mandare sul podio Lorin Maazel, sir John Solti o il compianto Claudio Abbado. Se i musicanti son sempre quelli, la musica non cambierà. dalla prima paginaGli stessimusicanti...e la musica?Tralasciamo la distinzione ampiamente scontata tra musicanti e musicisti. Proviamo, invece, ad associare il senso del ricordato aforisma a un concetto cardine espresso e ribadito qualche sera fa, nel corso di uno dei tanti dibattiti televisivi, da uno dei nostri giornalisti di punta che tanto tempo e tanto inchiostro ha dedicato alla denuncia delle innumerevoli, italianissime ribalderie.Per redigerne un parziale elenco, Gian Antonio Stella ha occupato le pagine di alcuni libri scritti a quattro mani con l’emerito collega Rizzo.Zio Gas, come viene benevolmente chiamato dai suoi estimatori usando l’acronimo delle sue iniziali, sosteneva semplicemente l’impellente, difficilissima necessità di ricostruire l’italica reputazione, calpestata e vilipesa, ridotta forse a livelli ancor più bassi, rispetto a quelli raggiunti al termine della tragica e ignominiosa avventura bellica.Ed è davvero una constatazione amarissima riconoscere l’impossibilità di coniugare un qualsiasi pur labile tentativo di recuperare credito in Europa o nel Mondo con le stridenti dissonanze e le orrende cacofonie prodotte dalla miriade di orecchianti dentro e fuori le tante “orchestre” del potere.Proviamo a passare in rassegna qualcuno dei pezzi forti ripetutamente eseguiti da queste bande (nel significato musicale del termine, per carità) dove, tra gli ottoni, primeggiano i tromboni e tra i legni i pifferi, tentando una stima, pur sommaria, del contributo offerto alla nobile causa vagheggiata dall’autore de “La Casta”. Quanti punti può farci riguadagnare il primato, ormai universalmente riconosciuto, in fatto di corruzione?Quali approvazioni può ricevere il ripianamento del bilancio annuale, perennemente in perdita, di certe amministrazioni regionali che reclamano dallo Stato soldi per pagare stipendi e pensioni tre volte superiori a quelli dei pari grado nel resto della penisola?Che riconoscimento possiamo aspettarci per gli otto milioni di processi in attesa di definizione?Come possiamo pretendere che l’agenzia di “rating” Standard e Poor’s rivaluti i nostri fondamentali, includendo nel calcolo del patrimonio nazionale la Villa del Casale di Piazza Armerina, ormai da tempo promossa a toilette per gatti randagi?Possiamo esigere note di merito per aver costretto, dopo una serie di vergognose sessioni elettive, un signore ultraottantenne a rimanere in carica al Quirinale, per poi chiederne senza ritegno e coprendolo di insulti, le dimissioni?Vogliamo menar vanto per gli inutili sforzi fatti dall’ormai ex presidente del consiglio che nei pochi mesi del suo mandato ha girato mezzo mondo facendo discorsi, cui nessuno credeva, sulle “nuove” opportunità da offrire agli investitori arabi o cinesi?Siamo in grado di ribaltare le severe note di biasimo formulate dalla comunità internazionale a fronte degli scempi consumati a carico della natura, mettendo a dimora sul terreno agricolo, idrocarburi clorurati, eternit e bisfenili al posto di lattuga e spinaci?Riusciamo a dare plausibili spiegazioni alla vista delle spietate immagini di un treno in bilico sul mare, che solo per grazia dell’ Onnipotente non è stato colpito dal terrazzino staccatosi da un’elegante villetta edificata a mezza costa?Può risultare riqualificante per il prestigio nazionale la proposta degli svedesi della Elettrolux, cui abbiamo ceduto uno dei tanti gioielli di famiglia, la Rex Zanussi, di dimezzare lo stipendio agli operai?Contiamo di ottenere applausi per gli oltre centomila laureati eccellenti che negli ultimi anni si sono trasferiti all’estero non trovando in patria sbocchi professionali?Lasciamo aperto questo elenco da chiunque integrabile a piacere, a patto di non lesinare sugli spazi forse non più paragonabili a quelli impegnati dai due scrittori prima citati per i loro best-sellers.Al sindaco di Firenze che volge la prua verso Roma e che si accinge a raccogliere il testimone, o meglio la bacchetta dal compagno di partito, ci sentiamo fare un’unica raccomandazione:non è importante che indossi il frac o che rimanga in jeans; prima di salire sulla pedana del conduttore, però, dia un’occhiata non tanto agli spartiti, quanto ai curriculum dei soliti “orchestrali”, onde accertare quanti sanno distinguere una semibreve da una croma...

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