Venerdì Santo, la Passione del Signore

«La fede nel Crocifisso comunica la vicinanza e la tenerezza di Dio»

Siamo consolati e illuminati dall’umanesimo cristiano indicato dalla Croce, la quale non proietta la vita vera dopo la morte sottraendo energie all’esistenza sulla terra, ma rende vera la storia che è da edificare, credendo nell’amore che perdona. offrendoci l’incrollabile speranza cristiana». Nel giorno del Venerdì Santo l’invito del vescovo Maurizio, che ha presieduto la celebrazione della Passione del Signore, con l’Adorazione della Santa Croce e il Bacio al Crocifisso in cattedrale, è stato quello di «lasciarsi trafiggere dal pentimento, condividendo la sete del Crocifisso per la salvezza dell’umanità».

La fede, ha sottolineato monsignor Malvestiti, ci fa scorgere Gesù che «fu disprezzato, percosso, crocifisso per amore, il più puro e universale amore» mentre «ora è esaltato e glorificato, e trasfigura ogni dolore, a cominciare dal più innocente, ogni abbandono, a cominciare dal più immeritato, e il morire, redimendo tutti e tutto - ha detto il vescovo -. Lava nell’acqua e nel sangue che scaturiscono dal suo cuore trafitto l’intera famiglia umana, rafforzandoci nella fede. Dio padre, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione di suo Figlio, che ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ci concede il perdono e la pace». È la formula dell’assoluzione sacramentale, che il vescovo ha invitato a ricevere «affinché si compia in noi la Pasqua cristiana».

Tornando poi a Dio con tutto il cuore «dopo aver contemplato l’agnello innocente condotto al supplizio per essere eliminato dai viventi, mentre lui è la nostra giustificazione». Lui porta il peccato di molti, ed intercede a loro favore benché colpevoli, ha detto il vescovo, sottolineando come «solo la fede percepisce questa grazia, la fede nel Crocifisso che ci comunica la vicinanza, la compassione e la tenerezza di Dio». È passato attraverso i cieli, Gesù, affinché potessimo mantenere salda la professione della fede, lui che fino in fondo conosce il finire umano, escluso il peccato: «Desideriamo con tutto il cuore obbedirgli, sostenendoci nella determinazione della nostra fede cristiana. Nessuno potrà rapirci dalle mani venerabili del Signore se con lui alziamo gli occhi al cielo per avere beatitudine, luce e pace».Una solenne celebrazione, quella del Venerdì Santo, iniziata con l’umile gesto della prostrazione: «Ha rappresentato anch’essa una silenziosa professione di fede. La fede è credere in questo amore indistruttibile, capace di affrontare e volgere al bene ogni forma di schiavitù, consentendoci di vivere senza paura. Credere è un atto molto umano ma ancor più è opera di Dio, non è contrario né alla libertà né all’intelligenza, esalta questi doni che Dio ci ha concesso».

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