Una settimana per l’unità dei cristiani

Incontro ecumenico il 25 gennaio in San Francesco

Il dialogo ecumenico è una realtà abbastanza avviata seppure talvolta ci si chiede se ci sia consonanza tra i passi ufficiali delle Chiese e le situazioni locali italiane dove i diversi continuano a camminare per se stessi.

Sappiamo che la fatica fa parte del gioco e che la determinazione e la piena coscienza devono prevalere, come ci insegnava giovedì mattina il cardinale Angelo Scola, se vogliamo cambiare la realtà, ma specialmente siamo consapevoli che poiché tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore (1 Corinzi 15, 51-58) vale la pena continuare a servire la causa della comunione e dell’unità tra i cristiani.

Siamo all’interno della settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, nell’emisfero Sud si svolgerà nella settimana di Pentecoste, che qui a Lodi si chiuderà mercoledì 25 gennaio alle ore 21 nella chiesa di San Francesco a Lodi.

Questa opportunità è una grazia per la nostra comunità religiosa che da sempre si vede impegnata nella preghiera e nell’azione per l’unità dei cristiani; ogni venerdì le messe sono celebrate secondo questa intenzione seguendo l’apposito formulario del messale romano. Come non ricordare poi la figura di padre Cesare M. Tondini de Quarenghi (1839-1907) lodigiano e pioniere dell’ecumenismo, i cui resti speriamo di poter presto tumulare nella nostra chiesa.

Ma è sicuramente significativo anche il fatto che la diocesi di Lodi mantenga una viva attenzione a questo aspetto della vita cristiana attraverso un ufficio apposito che coordina diverse iniziative in merito durante l’anno.

C’è una Chiesa latina che non teme di compiere passi perché il cammino di unità e comunione possa progredire specialmente per superare quell’immagine di divisione tra cristiani che tanto compromette ogni evangelizzazione e ogni promozione umana. Come può il messaggio del vangelo risuonare autentico se non proclamiamo e non celebriamo insieme la Parola che dà la vita? Come può il Vangelo convincere il mondo della propria intrinseca verità, se noi, che siamo gli annunciatori di questo vangelo, non viviamo la koinonia nel corpo di Cristo?

Il tema di questa settimana “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore” (cfr. 1 Co 15, 51-58) ci aiuta a mantenere fisso lo sguardo alla meta ed elevato il livello dell’impegno ecumenico che deve essere sempre motivato da una fondamentale certezza del risultato radicato nella fede: le separazioni tra i discepoli non vinceranno, ma vincerà l’unità per la quale il Cristo ha pregato e continua a pregare il Padre. L’uso del verbo vincere forse a qualcuno potrebbe suonare strano, ma esso è il risultato della storia vissuta da quanti hanno pensato le tracce per la preghiera di quest’anno. Ogni anno le chiese cristiane scelgono un gruppo di loro rappresentanti che pensino al percorso spirituale per il cammino ecumenico da offrire a tutti i cristiani del mondo. Quest’anno la Provvidenza ha scelto le chiese cattolica, ortodossa, vetero-cattolica e protestanti presenti in Polonia. Nell’introduzione allo schema leggiamo: “La storia della Polonia è stata segnata da una serie di sconfitte e di vittorie. Possiamo ricordare le molte volte in cui la Polonia è stata invasa da nemici, la spartizione, l’oppressione di potenze straniere e di regimi ostili. La lotta costante per superare ogni prigionia e il desiderio di libertà sono un tratto caratteristico della storia polacca, che ha portato cambiamenti significativi nella vita della nazione. Eppure, quando c’è una vittoria, ci sono delle persone che hanno perso e che non condividono la gioia e il trionfo dei vincitori. Tale profilo peculiare della storia polacca, ha portato il Gruppo ecumenico locale responsabile della stesura del testo di quest’anno a riflettere più approfonditamente su che cosa significhi “vincere” e “perdere”, soprattutto dal momento che il linguaggio della “vittoria” è così spesso compreso in termini trionfalistici. Cristo, invece, ci ha mostrato una strada assai diversa!”.

Proprio perché siamo desiderosi di costruire e percorre questa strada assai diversa che anche noi lodigiani ci fermiamo a pregare condotti dalla parola di Dio e sostenuti dall’opłatek (sfoglie di pane che i polacchi si scambiano per gli auguri natalizi come segno di condivisione, unità e perdono) perché il Signore ci possa trovare operosi nella preghiera affinché tutti siano una sola cosa perché il mondo creda.

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