Una riflessione per i sacerdoti

sulla confessione ai giorni nostri

Il ministero della Penitenza per le donne

e gli uomini di oggi

è stato approfondito

da don Egidio Miragoli

Se il Sacramento in sé non cambia e non ci sono questioni nuove per quanto riguarda la Confessione, è anche vero che «confessare gli uomini e le donne del nostro tempo non è la stessa cosa di venti anni fa, perché nelle persone c’è una concezione morale e del peccato riferita all’oggi». Lo ha ricordato ai sacerdoti diocesani, riuniti giovedì per la loro mattinata di aggiornamento, don Egidio Miragoli, docente di Diritto canonico agli Studi teologici riuniti e giudice del Tribunale ecclesiastico regionale lombardo. Sul Sacramento della Penitenza don Miragoli ha presentato alcune questioni anche specifiche che hanno favorito l’approfondimento tra i confratelli, che dopo l’intervento hanno potuto avere un confronto moderati da don Cesare Pagazzi, referente per l’aggiornamento del clero. Alla mattinata ha partecipato anche monsignor Giuseppe Merisi.

Don Miragoli è partito da un paragone: la Confessione è importante per la persona, così come la salute. E per questo «A volte va bene anche un medico generico - ha affermato -. Altre volte è necessario un oncologo o un buon specialista. Certo non è possibile essere specialisti in tutto. Ma ogni confessore sia preparato». In materia di Confessione, la formazione permanente dei sacerdoti si accompagna a due punti cardine: la fedeltà alla dottrina di Cristo e della Chiesa; la preparazione adeguata al «comportamento umano nell’ordinario dei casi», ha detto don Miragoli, citando Giovanni Paolo II. Affermava sul primo punto Karol Wojtyla: «Il sacerdote, nel ministero della Penitenza, deve enunziare non le sue private opinioni, ma la dottrina di Cristo e della Chiesa». E sul secondo: «Sul sacerdote confessore incombe il dovere grave di possedere dottrina morale e canonistica adeguata almeno ai communiter contingentia, e cioè al comportamento umano nell’ordinario dei casi. Dico almeno, ma aggiungo subito che tale preparazione dottrinale deve sempre accrescersi e consolidarsi, sulla base dei grandi principi dogmatici e morali, i quali consentono di risolvere cattolicamente anche le situazioni problematiche che si affacciano alle coscienze, nell’incessante evoluzione culturale, tecnica, economica, e così via, della storia umana».

Don Miragoli ha poi trattato alcuni casi particolari, come le scomuniche, l’aborto, il caso urgente. E ha ricordato che quando un sacerdote non sapesse rispondere nell’ambito di una complicata questione riguardante la Confessione, può rivolgersi alla Penitenzieria Apostolica, in Vaticano. «Un organismo di consulenza preziosissimo», l’ha definito, cui si può scrivere, naturalmente senza mai citare il nome del penitente, il cui segreto deve essere sempre rispettato.

Il prossimo appuntamento per i sacerdoti è il ritiro spirituale del 13 marzo.

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