Una commissione di pastorale familiare

Monsignor Merisi rinnova l’invito alle parrocchie della città

In ogni parrocchia di Lodi città esiste un gruppo di spiritualità familiare. Coppie che non solo seguono i figli nell’educazione alla fede e magari fanno servizio alla comunità, ma che si ritrovano anche ad approfondire la propria crescita spirituale come coniugi. Una ricchezza, quella dei gruppi di spiritualità familiare, che vuole essere risorsa anche per l’intera città dove le stesse persone vivono e lavorano. Di questo e di un maggior coordinamento tra tutti i gruppi di pastorale familiare a Lodi si è dialogato giovedì presso l’oratorio dell’Ausiliatrice, nell’ambito della visita pastorale di monsignor Giuseppe Merisi. Alla serata erano presenti coppie impegnate in vario modo nella pastorale familiare e molti parroci, con il vicario foraneo don Egidio Miragoli a coordinare gli interventi del Vescovo, di Liliana e Giorgio Uggeri nuovi referenti per il vicariato, e del direttore dell’Ufficio Famiglia don Antonio Peviani insieme ai vicedirettori Reginella e Giacinto Bosoni. L’indicazione chiara di monsignor Merisi è quella di incontri distinti, nelle parrocchie toccate dalla visita pastorale, per i genitori dei ragazzi della catechesi e per i gruppi di spiritualità coniugale. Altra indicazione del Vescovo, la creazione di una commissione di pastorale familiare che tenga conto di esigenze e dimensioni della parrocchia, ma che insieme al parroco consideri argomenti specifici: i coniugi anziani, gli anniversari di matrimonio, i Sacramenti dei figli, le coppie in difficoltà, la formazione di quelle giovani e il dialogo con chi convive. Situazione quest’ultima sempre più frequente, come rilevato anche nei sette corsi offerti annualmente in città per la preparazione al matrimonio. «Uno degli obiettivi che ci poniamo è quello di pensare a coppie tutor che possano affiancare quelle giovani», ha affermato don Mario Marielli, subentrato a don Franco Badaracco come responsabile vicariale per i preti della pastorale familiare. Con “coppie giovani” sono infatti indicati f quelle coppie di sposi nei primi cinque-se anni di matrimonio: per loro sono pensati tre incontri all’auditorium Bpl di via Polenghi, guidati da docenti dell’Università Cattolica di Milano. “Va’ dove ti porta il cuore” il 27 gennaio, “Quelli della mia famiglia mi piacciono di più” il 2 marzo e “E tu, allora?” l’11 maggio, sono solo alcune delle proposte che l’Ufficio hamiglia ha creato anche nel cammino di quest’anno, che vedrà poi la particolare preparazione all’Incontro Mondiale di Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012. «Per partecipare ai Congressi e poi alla Veglia e messa con il Papa all’aeroporto di Bresso, ci organizzeremo attraverso la nostra diocesi«, ha affermato Reginella Guccione. «Ma sarebbe significativo anche ospitare qui famiglie che verranno da tutta Italia e da tutto il mondo per partecipare all’evento». E proprio a Lodi all’Auditorium Bpl nel pomeriggio del 31 maggio si terrà una tavola rotonda che proseguirà con la visita turistica al centro storico, la cena e la festa. Si cercano volontari e questa potrebbe essere una prima occasione di incontro tra i gruppi di famiglie cittadine. «Molteplice il contributo delle famiglie alla società», ha sottolineato don Miragoli, citando il sinodo diocesano del 1988 che vedeva “la famiglia al primo posto del rinnovamento pastorale”. Di ritorno da Roma per i 40 anni di Caritas, monsignor Merisi ha testimoniato l’insistenza del Papa sull’attenzione alla famiglia, mentre don Peviani ha messo in evidenza come nel Magistero il matrimonio sia riconosciuto unico sacramento, insieme all’Ordine, orientato alla salvezza altrui. «È il ministero coniugale. La famiglia prende parte in maniera viva e responsabile alla missione della Chiesa. Diciamo però che solo raramente la famiglia entra nella dinamica pastorale come lo richiederebbe la grazia del sacramento: ciò implica una conversione anche di noi sacerdoti. Forse oggi vivere l’ideale del matrimonio è complesso, ma ancor più va offerto alle famiglie l’incoraggiamento necessario di noi sacerdoti».

Raffaella Bianchi

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