Sisma, avviato il gemellaggio diocesano

Un progetto di vicinanza con Quiestello, poco lontano da Moglia

Sarà avviato con il paese di Quistello il gemellaggio della diocesi di Lodi nel dopo emergenza terremoto. Attraverso il coordinamento della Caritas, infatti, ogni diocesi lombarda sarà gemellata con una parrocchia del Mantovano, colpito insieme all’Emilia dal sisma degli scorsi 20 e 29 maggio.

«Dopo la prima fase di intervento immediato è necessario ora mantenere due piani di vicinanza: continuare l’aiuto concreto ma soprattutto intessere una rete di relazioni per supportare le persone e le comunità. Relazioni che possono offrire ora le singole diocesi lombarde» afferma Paola Arghenini, vice direttore di Caritas lodigiana, che la scorsa settimana ha partecipato all’incontro regionale e ha fatto poi visita a monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova.

«Il primo obiettivo per la diocesi di Mantova - continua Arghenini - è dare una casa a tutti, cosa che sarà realisticamente realizzata a breve. Le strutture più danneggiate sono comunque le chiese, ma continua l’attenzione anche ai bisogni sociali che via via vengono alla luce. La raccolta delle offerte è sempre aperta. A noi come diocesi è prevalentemente richiesta una presenza che intercetti i bisogni di carattere sociale manifestati dagli stessi parroci».

Martedì 28 agosto una piccola delegazione lodigiana si recherà a Quistello dove incontrerà il parroco don Roberto Buzzola: la nostra diocesi ha appena creato infatti un gruppo di coordinamento che diffonderà poi le necessità espresse, per un gemellaggio tutto da creare insieme. A Quistello, in unità pastorale con Nuvolato, vicinissimi a Moglia e al confine con l’Emilia Romagna, vivono circa 5.300 persone e don Buzzola è aiutato dal coadiutore don Nicola Sogliani. Con loro un primo contatto era già stato avviato dalla parrocchia Maria Madre della Chiesa di Sant’Angelo insieme al già parroco don Pierluigi Leva, poiché a Quistello esiste una chiesa dedicata a San Rocco, ora inserita nel gruppo del cosiddetto “codice giallo”, e proprio don Buzzola sarà presente a Sant’Angelo il prossimo 2 settembre per la festa di San Rocco. Ma anche altre comunità lodigiane si erano precedentemente attivate a favore delle zone colpite dal terremoto: una solidarietà che continua, mentre non ci si può dimenticare della nostra stessa Cavacurta.

A livello di diocesi lombarde, poi, l’impegno è duplice: oltre ai singoli gemellaggi con le parrocchie del Mantovano, Caritas Lombardia sostiene infatti l’intervento nelle zone di Mirandola, Novi e Rolo, 40 mila abitanti nella diocesi di Carpi. «I bisogni già espressi là dai parroci sono molteplici - aggiunge Paola Arghenini -. Le scuole riapriranno ad ottobre e gli oratori cercano educatori per i grest che continueranno per tutto il mese di settembre; ci sono poi gli anziani, le cui condizioni sono diventate più precarie, e i centri di ascolto da riattivare come luoghi da cui emergono le necessità delle persone. Questa forte richiesta di presenza ci è stata testimoniata anche dalla diocesi di Crema che ha da poco visitato Libiola con cui è gemellata». Solo dopo l’incontro del 28 agosto a Quistello si conosceranno meglio le modalità pratiche del gemellaggio avviato dalla Diocesi di Lodi. Nel frattempo, chi fosse disponibile può segnalarlo al coordinamento di Caritas lodigiana: un esempio potrebbero essere gli scambi tra cori parrocchiali, gruppi teatrali, classi scolastiche, associazioni. Per relazioni che, conclude Paola Arghenini, «vadano aldilà del tempo dell’emergenza e portino il valore della durata, terapeutico per le persone stesse».

Da ultimo il vice direttore della Caritas lodigiana ricorda le parole del Vescovo di Mantova su questo numero del settimanale “La Cittadella”: «E poi dobbiamo tutti rimboccarci le maniche: i gemellaggi proposti non ci fanno comodo perché portano qualche soldo così necessario, ma soprattutto per scoprire e valorizzare quella solidarietà che diventa fraternità, utile a chi dona insieme a chi riceve».

Raffaella Bianchi

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