SENNA Il Vescovo Maurizio alla Via Crucis di Corte Sant’Andrea

Monsignor Malvestiti: «Nessuno si disperi nel suo dolore»

«La Croce è il più grande dei perché». Ieri sera la tradizionale Via Crucis organizzata dall’associazione Compagnia di Sigerico Laudense ha animato le vie di Corte Sant’Andrea. La minuscola frazione di Senna Lodigiana si è riempita di gente, qualcosa di insolito per questo piccolissimo centro, ma consueto per questo appuntamento che ogni anno è tanto atteso.

Dalla chiesa i partecipanti hanno seguito il parroco, don Massimo Andena, lungo le quattordici stazioni, contrassegnate dalle terrecotte realizzate da Ottorino Buttarelli e fissate sui muri degli edifici del borgo. Lungo il percorso è stata trasportata la statua del Cristo morto, mentre la banda musicale di Senna e le poesie recitate dai membri dell’associazione “La rima” di Casalpusterlengo hanno accompagnato i fedeli. I testi scelti hanno inevitabilmente toccato anche il doloroso tema della guerra portando i presenti a riflettere anche su questo argomento.

A conclusione, la ripresa di un antico rito degli abitanti del borgo, con due grandi falò in prossimità dell’argine del Po e l’antica croce della chiesa al centro. Lì è intervenuto il vescovo Maurizio dopo aver assistito alla deposizione della statua del Cristo morto, quando si è raccolto in un momento di preghiera.

«Cari amici di Senna e delle sue frazioni, ma anche di altre località della nostra Diocesi, sono stato invitato tante volte a questo appuntamento e non ho mai potuto partecipare. Finalmente sono venuto stasera, con tanta devozione - ha detto monsignor Malvestiti -. Non pensavo a una partecipazione così numerosa e a un clima così suggestivo, di preghiera e dialogo con la natura, silenziosa ma raccolta nella redenzione sotto questa Luna così speciale. Con i fedeli del Lodigiano siamo stati in Terra Santa; sono memorie, ma noi incontriamo realmente il mistero di Dio nella passione del suo Figlio. La Passione interpella anche il cuore di chi non crede, perché è un dolore che parla anche di amore. Nessuno si disperi nel suo dolore».

Poi una riflessione sulla serata: «Forse veniamo a queste rappresentazioni perché non riusciamo a soffocare nella nostra coscienza i perché che ci poniamo e la croce è il più grande perché, come ha detto Papa Francesco. Il mistero rimane ma la certezza pasquale è il trionfo della vita sulla morte. I battezzati sono sepolti con Cristo e con lui sono già risorti. La vita è misteriosa, ma senza il Vangelo ci opprimerebbe; con il Vangelo sappiamo che né la morte né la vita potranno separarci da Gesù. Benediciamo la Croce e io benedico tutti voi. Tenete nel cuore il ricordo di questa sera, il cui fuoco è lo Spirito di Cristo donato dalla Croce. Lasciamoci condurre al perdono. Siamo in tanti ma siamo molti di più perché vicini a noi ci sono tutti quelli che ci hanno preceduto. Dopo il perdono di Dio possiamo ricevere il calice della salvezza e niente ci potrà separare da questo amore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA