SANT’ANGELO La messa del Vescovo Maurizio nella casa di riposo

Monsignor Malvestiti ha celebrato la liturgia nella residenza per anziani Madre Cabrini

“Il mondo ancora non lo sa ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello”. Con la citazione di Papa Francesco, che ha concluso l’omelia della Messa del Crisma in cattedrale, il vescovo Maurizio si è rivolto ai sacerdoti ospiti della Residenza per anziani Madre Cabrini di Sant’Angelo, sottolineando la forza convincente di quelle parole senz’altro da condividere: «Non dovremmo avere nemmeno un attimo di riposo sapendo che non tutti hanno ancora ricevuto l’invito alla Cena, che lo hanno dimenticato o smarrito nei sentieri contorti della vita». Così il vescovo Maurizio ieri pomeriggio nella liturgia eucaristica concelebrata dai sacerdoti compreso don Angelo Dragoni, delegato per i sacerdoti anziani e ammalati, accolto dal presidente della struttura parrocchiale monsignor Ermanno Livraghi, dal diacono Angelo Papa, direttore, e dal direttore sanitario Stefania Aiolfi, alla presenza del consiglio direttivo, del personale medico, infermieristico, ausiliario e amministrativo, degli ospiti (ce ne sono 139 nella residenza), dai volontari, di suor Giovanna delle Figlie della carità con la Superiora della comunità di appartenenza, e di alcuni parenti dei ricoverati.

«Un appello che riguarda tutti - ha osservato il vescovo Maurizio - ma

in particolare i sacerdoti e i cristiani. Per questo, dice Papa Francesco, sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa per rendere a tutti vicino l’invito a sedersi alla Cena del sacrificio dell’Agnello».

Monsignor Malvestiti ha espresso la sua gioia per l’incontro, invitando a non cedere mai alla sofferenza e alla solitudine, che la vita può conoscere dopo i frutti buoni di tanti anni intensi giunti alla stagione del “riposo”. Lo spirito pastorale però può trarre ispirazione da questa situazione, offrendo preghiere e sacrifici per la missione ecclesiale che continua sentendosi al fianco dei confratelli sacerdoti dediti alla cura pastorale ti del corpo: «Anche se non riusciamo più a muoverci come prima dobbiamo continuare a camminare, a supplicare e a pregare affinché tutti si sentano invitati alla Cena dell’Agnello. È la Cena che tutti vuole presenti come figli e fratelli». All’inizio della Messa, don Peppino Codecasa ha salutato molto cordialmente il vescovo a nome di tutti, richiamando l’anno post sinodale orientato decisamente verso il Congresso Eucaristico Diocesano e alla fine il grazie è stato rinnovato da monsignor Livraghi: «Questa comunità le appartiene. È diventata anche la nostra casa. Si senta in famiglia con noi», ha detto, assicurando le preghiere di tutti. Il vescovo Maurizio, con il parroco e don Dragoni, si è poi intrattenuto fraternamente con i sacerdoti, esprimendo gli auguri a don Marco Avogadri, giunto al 90esimo compleanno e al 65esimo anniversario di sacerdozio, recandosi, infine, all’ospedale Delmati in visita a un altro sacerdote.

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