SANT’ANGELO La città ringrazia don Livraghi, per tredici anni al fianco di tutti

Tre momenti di saluto per il monsignore, che lascia per raggiunti limiti di età

Tredici anni alla guida della parrocchia dei Santi Antonio Abate e Francesca Cabrini per monsignor Ermanno Livraghi che, con il suo carattere mite (una preziosa rarità nella società di oggi) e una parola amica per tutti, ha saputo entrare in sintonia con i santangiolini e si è fatto voler bene, lavorando a fondo e sovente nel silenzio per una comunità in forte evoluzione sociale, che tuttavia non ha ancora perso il proprio carattere distintivo. Una presenza discreta, che ha fatto il bene della città, stando accanto agli ultimi e ai sofferenti, senza dimenticare l’aspetto pastorale e la responsabilità della casa di riposo, insieme all’ospedale oggi la più grande azienda della città, un vero punto di riferimento. E poi l’attenzione alla casa natale della Cabrini e al mondo degli oratori e dei giovani, l’affetto e la vicinanza dimostrati anche nei momenti più semplici ma intensi in cui la comunità si ritrova (come la festa dell’Assunta al Chiesuolo), i riti del Luglio Cabriniano e quelli del 17 gennaio in onore di Sant’Antonio abate, la vicinanza ai malati nelle case e all’ospedale Delmati. Conoscendo monsignor Livraghi direbbe che “si sarebbe potuto fare di più” in questi tredici anni passati in terra santangiolina, eppure proprio ora che si appresta a lasciare la comunità emergono con chiarezza i tanti frutti della sua opera. Come il cammino comune intrapreso dalle tre parrocchie cittadine in sintonia con il Sinodo diocesano XIV e che ora verrà affidato al nuovo parroco don Enzo Raimondi.

In anni turbolenti per la città, caratterizzati anche da due commissariamenti in Comune, monsignor Livraghi è stato per migliaia di persone un vero punto di riferimento e il tantissimo bene che hanno fatto le articolazioni parrocchiali sotto la sua guida ha supplito in molti casi alle assenze di altri.

Dirà che non è merito suo, ma se oggi la quarta città della provincia di Lodi ha ancora un’anima sociale spiccata lo si deve - e molto - all’attività della casa di riposo, che è stata ammodernata e ampliata con la realizzazione della struttura destinata ai sacerdoti anziani. Lavori che ha seguito monsignor Livraghi, forte anche della sua preparazione tecnica. Così come non ha mai fatto mancare una parola di conforto e la presenza al variegato mondo associativo e dell’impegno sociale, pensiamo alla locale sezione della Croce bianca, all’Avis e al distaccamento dei vigili del fuoco volontari.

Anche nel periodo più duro del Covid monsignor Livraghi c’è stato e la comunità se lo ricorda. Piccoli semi, sparsi nell’arco dei tredici anni passati tra i santangiolini, che ora ricambiano l’affetto con non uno - ma ben tre momenti di saluto - in tipico stile barasino. Il primo domenica 3 settembre nella chiesa di Maria Madre della Chiesa a San Rocco, in occasione della sagra, quando monsignor Livraghi presiederà la messa delle 10 e la processione serale.

Il secondo domenica 10 settembre nella chiesa di Maiano, anche in questo caso in occasione della sagra: monsignor Livraghi presiederà la messa delle 11 e la processione serale.

Infine domenica 17 settembre nella “sua” basilica monsignor Livraghi presiederà la messa delle 10.30, al termine della quale riceverà il saluto riconoscente dei parrocchiani per il prezioso lavoro, svolto con umiltà e che dato frutti preziosi.

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