SANT’ANGELO Il momento di festa per i 70 anni di ordinazione di monsignor Carlo Ferrari

Anche il Cittadino, di cui è stato colonna importante, porta i suoi auguri al sacerdote

Con un semplice «grazie» è riuscito a far commuovere un’intera chiesa. Poche parole, piene d’affetto ed emozione per quella che anche oggi è la sua comunità, quelle proferite da monsignor Carlo Ferrari ieri in basilica. Al termine della celebrazione a ricordo del 70esimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1953, monsignor Ferrari, 93 anni a maggio, ha voluto ringraziare a cuore aperto la comunità santangiolina. «Con questa celebrazione mi avete fatto ricordare il lungo e bel periodo vissuto da parroco a Sant’Angelo. Qui mi sento sempre partecipe, parte attiva della comunità» ha affermato ringraziando anche il vescovo Maurizio Malvestiti che ha celebrato l’Eucaristia e donato un rosario benedetto da Papa Francesco.

Nominato parroco della parrocchia dei Santi Antonio Abate e Francesca Cabrini nell’ottobre del 1985, monsignor Ferrari è rimasto a Sant’Angelo sino al 2006. Città che non ha lasciato però, ricoprendo per 14 anni il ruolo di cappellano della Fondazione Santa Cabrini.

Tanti gli impegni avuti su tutto il territorio Lodigiano, con lo stesso vescovo Malvestiti che ne ha ricordati alcuni di essi durante l’omelia (tra questi anche, per quanto riguarda la comunicazione, la presidenza di “Radio Lodi” e la sua partecipazione attiva e convinta alla nascita de “Il Cittadino”), a partire dai 16 anni come parroco a San Bernardo e Santa Maria della Clemenza a Lodi. A Sant’Angelo invece, nel periodo del suo incarico come parroco, è stato effettuato l’intervento di restauro alla basilica e, ad inizio secolo, la creazione del centro diurno alla Fondazione Madre Cabrini. «In questi settant’anni di sacerdozio, la parola di Dio è caduta come neve e pioggia su monsignor Ferrari - ha ricordato il vescovo -. Non però in modo parsimonioso come le precipitazioni attuali, ma in abbondanza. L’autentico servitore della parola rimane docile nello Spirito per essere indagatore del tempo, così come pacato tessitore dell’umano: così ha cercato di fare don Carlo. Ha tenuto sempre lo sguardo fisso verso Gesù, autore e perfezionatore della fede, senza distogliere dall’attenzione del Signore i fratelli e le sorelle a lui affidati. Monsignor Ferrari ha riconciliato con Dio i suoi fedeli, considerandosi primo destinatario dell’unica misericordia che dal battesimo ci accompagna giorno dopo giorno. È l’esempio di questo 92enne parroco ora emerito. Lo festeggiamo con il colore e lo spirito della feria quaresimale senza nulla togliere alla festosità dell’abbraccio dell’intera Diocesi».

Un grazie a conclusione dell’omelia arrivato da tutta la comunità, a partire da uno dei successori alla guida della parrocchia dei Santi Antonio Abate e Francesca Cabrini, l’attuale parroco monsignor Ermanno Livraghi. «Bello ritrovarsi oggi a far festa - ha esordito -. Il sacerdote non si sposa perché la sua famiglia la trova nella comunità che gli è affidata, nella Diocesi con i confratelli che oggi sono qui con lui. È stato un esempio splendido». Alla celebrazione, a cui hanno partecipato anche rappresentanti delle associazioni, era presente il vicesindaco Antonio Lucini che ha ricordato come monsignor Ferrari «ha cambiato questa città, facendo tantissimo per ognuno di noi».n

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