«Santa Teresa animata dal fuoco dell’amore di Dio in Cristo Gesù»

Al Carmelo di Lodi la celebrazione presieduta dal vescovo Maurizio

Lodi

«È Santa Teresa a indicarci la sorgente della pace nel mistero pasquale, nella morte e resurrezione del Signore, il quale vuole che ci associamo a lei nell’edificare con Cristo l’universale fraternità. Questa la speranza che Dio concede a tutti i suoi figli quando si lasciano guidare dallo Spirito». A farlo presente il vescovo Maurizio, che ieri nel tardo pomeriggio ha presieduto la Santa Messa nella solennità di Santa Teresa d’Avila, con l’apertura dell’anno di spiritualità per le religiose della diocesi.

Ai fedeli presenti al Carmelo San Giuseppe di Lodi, monsignor Malvestiti ha ricordato che «Santa Teresa era animata dal fuoco dell’amore di Dio in Cristo Gesù». Esiste però un altro fuoco, quello della guerra, per fermare il quale c’è chi sceglie di mettere a fuoco le città, ha ricordato il vescovo facendo riferimento alle recenti trattative per far concludere definitivamente il conflitto in Terra Santa: «Molto apprezzabili sono le trattative in corso per la pace. La guarigione dei cuori, però, è opera tanto ardua e umanamente impossibile senza la divina grazia». Grazia che aveva Santa Teresa, che coltivava il desiderio di condurre all’orazione contemplativa le sue consorelle: «Le voleva disporre all’esperienza mistica, quella che invase la sua vita. Teresa, tanto attenta alla storia benché la grata e ogni altra comunicazione nel suo tempo fossero di rigore singolare, rispondeva con il fuoco di cui parla Cristo nel Vangelo».

Santa Teresa infatti riferisce di un fuoco di difesa che nelle battaglie navali, con l’acqua, non si spegneva ma prendeva vigore: «Il fuoco dell’amore di Dio in Cristo Gesù è così. L’anima arde dei desideri di Cristo, ma gli affanni del vivere non spengono il mistico fuoco, anzi lo alimentano». L’amore di Dio viene rigenerato dalle prove, e forgia apostoli, martiri, pastori e contemplativi, ha detto il vescovo: «Il Signore fa ardere l’anima. Questa la risposta che lo Spirito del Signore vuole dare al mondo non solo tramite le carmelitane, ma ogni battezzato che sia consapevole dello Spirito Santo riversato nei nostri cuori».

Quindi l’invito ai giovani chiamati alla preghiera affinché comprendano «l’adorazione eucaristica prolungata affinché tutti, quando sopraggiungerà l’inevitabile aridità dello spirito, rimangano fedeli al dialogo con il Signore che, a volte, chiede lacrime nascoste per ravvivare il nostro ardore spirituale». L’anima e il cuore ardenti per il Signore e per il bene dei fratelli, sia questo il proposito anche del Carmelo, ha concluso il vescovo: «Cuori ardenti dell’amore di colui che ama ciascuno di noi. Questo amore di Dio è il frutto che il Giubileo, ma anche la terza tappa del nostro itinerario diocesano “sinodalità e santità”, desiderano coltivare in noi. Il Signore è pronto a fare questo dono a chi rimane sui passi della fede per approdare nella carità».

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