«Santa Cabrini combatteva la lontananza dal Signore»

CODOGNO Solenne celebrazione per il centenario di consacrazione della chiesa del Tabor

«Santa Francesca Saverio Cabrini combatteva la lontananza da Dio; la più grave delle povertà». Nel pomeriggio di domenica 18 novembre il vescovo di Lodi mons. Maurizio Malvestiti ha presieduto la Santa Messa in onore di Santa Cabrini in occasione della sua festa e della conclusione del centenario di consacrazione della chiesa del Tabor. «Celebriamo la solennità liturgica di Santa Francesca Saverio Cabrini», ha detto il vescovo ricordando la concomitanza con la Giornata dei poveri che «dà ulteriore risalto alla memoria della nostra Santa, alimentando la gratitudine per l’esempio e intercessione con i quali ci accompagna. Scelse di custodire la grazia mistica di cui lo Spirito Santo le faceva dono buttandosi nella mischia delle povertà che raggiungevano livelli di miseria e indigenza estremi. Sorgevano aurore dove arrivava con le missionarie del Sacro Cuore, determinate com’erano a stare sempre dalla parte della giustizia».

Il Vangelo letto durante la celebrazione, «ci ha assicurato che il Signore verrà; lo credeva fermamente Madre Cabrini, mai cedendo all’ingannevole tentazione di interpretare con criteri umani la fatica della storia e persino la persecuzione per il nome di Cristo. Ricordava alle sue figlie e ai suoi poveri che il Signore non abbandona mai chi confida in lui, anzi dà loro parole sapienti e forza adeguata a sostegno della perseveranza nell’amore. “Tutto posso in colui che mi da la forza”, è la frase che faceva ardere il suo cuore». Santa Francesca Cabrini, «si distinse nel lavoro duro notte e giorno, intriso di preghiera trasfigurante, dando vigore sempre nuovo alle missionarie, votandosi con loro al riscatto dall’emarginazione e spendendosi in ogni modo affinché i suoi migranti potessero guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità».

Monsignor Malvestiti ha osservato anche che «nel messaggio di Papa Leone per la giornata odierna avvertiamo l’eco delle convinzioni cabriniane. Madre Cabrini aveva compreso che il povero è testimone di una speranza forte e affidabile, perché la sua vita è precaria. Non può contare su potere o avere, lì subisce e spesso ne è vittima. La sua speranza riposa altrove; lei indicava questo altrove nel cuore di Cristo, nella sua chiesa, combattendo la più grave delle povertà: la lontananza da Dio. Si recava dai ricchi che considerava i veri poveri. Erano provvisti di tanti beni, avrebbero dato sostengo alle sue opere, ma cercava di far comprendere proprio a loro che tutti i beni della terra e i piaceri del mondo non bastano a rendere il cuore felice. Li metteva in guardia dalla più drammatica delle povertà: l’illusione di poter vivere senza Dio». (ha collaborato Veronica Scarioni)

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