Quelle vite progettate con Dio

Monsignor Arturo Aiello, vescovo di Teano Calvi,

ha presieduto la celebrazione in cattedrale, alla quale

ha preso parte anche monsignor Giuseppe Merisi

«Cercasi uomini e donne capaci di accompagnarsi con altri uomini e donne e stare nella storia, di portare domande che fanno male».

Partendo da una preghiera di don Primo Mazzolari, il vescovo di Teano - Calvi monsignor Arturo Aiello si è rivolto così ai fedeli di tutta la diocesi, riuniti ieri sera in cattedrale per la veglia di preghiera per le vocazioni, insieme al Vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi.

Come nel brano di Vangelo letto, Gesù cammina con i discepoli di Emmaus e fa loro domande, secondo monsignor Aiello la Chiesa deve saper suscitare i grandi interrogativi che sono riposti e sorgono dal cuore delle persone. «Dobbiamo essere più punti interrogativi che esclamativi, suscitare una ricerca - ha esortato monsignor Aiello -. Questa è la notte delle domande, e per domandare non basta essere ignoranti (anzi, gli ignoranti sono per lo più presuntuosi), ma sapienti». Una veglia dunque quella di ieri che ha stimolato e scosso attraverso i momenti che l’hanno caratterizzata: l’ascolto della Parola, l’adorazione eucaristica, l’invocazione iniziale allo Spirito Santo con l’accensione di lampade che poi sono rimaste ad ardere sull’altare, altre luci portate da una famiglia, un sacerdote, una religiosa, dalle laiche consacrate, da una missionaria e da un’educatrice che hanno recitato il Credo.

“Progetta con Dio... Abita il futuro”, tema della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebra domani, domenica 21 aprile, è stato anche il titolo della veglia, curata dal Centro diocesano vocazioni con il direttore don Carlo Groppi e animata dai seminaristi. In due brevi interventi dopo la lettura del Vangelo, monsignor Aiello ha parlato ai presenti citando Socrate e De Crescenzo, San Colombano e alcuni poeti, fino alla canzone della “Bella Gigugìn” con le parole “Andava a piedi da Lodi a Milano”.

«Dobbiamo camminare con passione, con il cuore che arde, dobbiamo consumare le scarpe, correre per annunciare e incontrare. Cercasi uomini e donne podisti, cercasi uomini e donne educatori che sappiano dire agli altri “È il Signore”, come i discepoli di Emmaus che riconoscono Gesù allo spezzare del pane. Gesù non è venuto come un passante o un turista, ma è venuto per rimanere, e rimane dentro di noi - ha concluso Aiello -. Cercasi uomini e donne che mettono insieme vite frammentate, assurde, e fanno intravvedere un ordito di luce, come netturbini di vite che poi ne fanno dei capolavori».

Raffaella Bianchi

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