Prete lodigiano battezzò Papa Francesco

Emerge una forte impronta lodigiana nella vita del Papa grazie a una figura della nostra terra: don Enrico Pozzoli, missionario salesiano nativo di Senna, un paese affacciato sulle rive del Po. Fu don Pozzoli a battezzare a Buenos Aires il piccolo Jorge Mario, il futuro Sommo Pontefice. E fu sempre don Pozzoli a guidarlo nella sua crescita come primo padre spirituale. C’è da chiedersi - ma non lo sapremo mai - cosa avrà pensato il salesiano che aveva raggiunto l’Argentina lasciando Senna Lodigiana, quando versò l’acqua battesimale sulla testa di quel neonato figlio di immigrati italiani.Come poteva immaginare che un giorno sarebbe diventato il Capo della Chiesa cattolica? Sta di fatto che don Enrico Pozzoli, salesiano missionario nato nella nostra terra, fu, per il giovane Bergoglio, una figura significativa e un modello di vita sacerdotale, tanto che nel 1982 il futuro Papa volle ricordarlo nel prologo delle sue Meditaciones para religiosos come un «esempio di servizio ecclesiale e di consacrazione religiosa», sottolineando la «forte influenza» che il padre lodigiano ebbe nella sua esistenza.

AMICO DI FAMIGLIA

È il Papa stesso a raccontare il suo legame con il salesiano di Senna: «Il padre Pozzoli era molto legato alla famiglia Sivori, la famiglia di mia mamma» scrisse in una lettera del 20 ottobre 1990 al padre Cayetano Bruno, spiegando che proprio il ricordo del missionario lodigiano lo aveva spinto a raccontare i suoi ricordi dei sacerdoti di don Bosco: «Oggi sono 29 anni dalla morte di Padre Enrico Pozzoli - si legge nella missiva - e ho da poco celebrato la Messa per lui, che mi battezzò il 25 dicembre 1936 in San Carlo» (il testo della lettera è riportato in un articolo del Bollettino Salesiano argentino). Come molti figli di immigrati italiani, Bergoglio fu battezzato la notte di Natale. La cerimonia si svolse nel quartiere di Almagro, nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice della parrocchia di San Carlo Borromeo, dove è stato appeso un piccolo quadro con la copia dell’atto di battesimo, che riporta il nome di don “Enrique” Pozzoli.

UN SEGNO INDELEBILE

Il prete lodigiano non fece solo nascere alla fede il futuro Papa Francesco, ma lo accompagnò nella sua crescita cristiana ed era il suo padre spirituale quando, a 17 anni, maturò la vocazione sacerdotale. In una biografia pubblicata dal quotidiano argentino «La Nación» e poi ripresa dalla Ans (l’Agenzia informativa salesiana) si spiega che don Pozzoli lasciò un segno indelebile nel giovane Bergoglio. Fu lui che gli suggerì di viaggiare fino alle montagne di Tandil per far recuperare i suoi polmoni dopo una grave infezione; fu con lui che il futuro Papa definì la sua ammissione al seminario di Villa Devoto.

Anche oggi il Santo Padre non dimentica il sacerdote lodigiano, scomparso ormai da oltre mezzo secolo, e lo scorso 21 marzo quando da neo Pontefice ha incontrato il rettore maggiore dei Salesiani ha rivolto il pensiero a don Pozzoli e alla chiesa di Maria Ausiliatrice.

DALLA BASSA LODIGIANAALLA “FINE DEL MONDO”

Don Pozzoli visse in Argentina dal 1906 fino alla sua morte, avvenuta il 20 ottobre 1961. Era nato il 29 novembre 1880 a Senna Lodigiana e quando lasciò l’Italia era un giovane sacerdote, ordinato da soli tre anni. Come si legge nel libro di don Giulio Mosca La Diocesi di Lodi per la Chiesa nel mondo (2009) fu inviato a Buenos Aires dal rettore maggiore don Rua con queste parole: «Eccovi un campione, formatene molti secondo il suo esempio». Nell’opuscolo Lodi e le missioni cattoliche, pubblicato nel 1925 in occasione del Congresso eucaristico diocesano e dell’esposizione missionaria vaticana, si cita anche il quartiere dove il sacerdote lodigiano svolgeva la sua missione: Almagro, ossia quello in cui sorge la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice che ospitò il battesimo del futuro Papa Francesco.

Tra i numerosi impegni pastorali e di servizio citati nel volume di don Mosca, c’è invece un riferimento all’opera di don Pozzoli come padre spirituale: «Pur privo di una formazione teologica profonda, sapeva essere sicuro giudice di coscienza nelle discussioni e nella direzione spirituale». Certo nel suo impegno di formatore il missionario lodigiano non poteva immaginare che tra i fedeli che si affidavano alla sua guida ci fosse anche un futuro Papa e che il seme gettato avrebbe dato un frutto così eminente.

MERAVIGLIA E GIOIANEL PAESE NATALE

A Senna la scoperta che un compaesano ha battezzato il Santo Padre è stata accolta prima con meraviglia e poi con grande gioia. «La gente sente di avere un legame speciale con il Papa - spiega il parroco don Giuseppe Castelvecchio - e questo la riempie di gioia e di orgoglio. Ora vorremmo conoscere un po’ di più la figura di don Enrico Pozzoli: il nostro paese - continua - è stato ricco di vocazioni e questa notizia può essere l’occasione per riscoprire i sacerdoti nati nella nostra comunità».

Questa “scoperta” che riempie di entusiasmo la piccola parrocchia diventa un dono e un incoraggiamento per tutta la Diocesi, una buona notizia che arriva proprio nell’Anno della fede e a pochi giorni dalla festa di Santa Maria Ausiliatrice

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