PELLEGRINAGGIO Lo storico incontro dei lodigiani con il patriarca di Costantinopoli

Nel palazzo del Fenar l’appello per il dialogo fra i cristiani e per la cura dell’ambiente

Si è concluso ieri in tarda serata il pellegrinaggio diocesano del vescovo Maurizio in Turchia insieme a 47 lodigiani. Proprio l’ultimo giorno il gruppo, insieme al vescovo, ha vissuto lo straordinario incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartholomeo, che ha accolto i pellegrini nel suo palazzo del Fenar.

Un incontro cordiale, in cui il vescovo Maurizio ha rivolto un affettuoso saluto al primate della Chiesa Greco Ortodossa, ringraziandolo per la sua premura e la sua gentilezza nell’aver accolto il gruppo di lodigiani.

Il patriarca, da parte sua, si è rivolto al gruppo di lodigiani facendo esplicita memoria della loro storia, citando i martiri Vittore, Nabore e Felice, e soprattutto «il primo vescovo di Lodi Bassiano, uomo di grande cultura e fede», che si impegnò, insieme al vescovo di Milano Ambrogio, a contrastare l’eresia Ariana durante il Concilio di Aquileia.

Bartolomeo ha poi sottolineato l’importanza del dialogo fra cristiani a tutti i livelli, «nel rispetto reciproco, nella comprensione, nella collaborazione, nella giustizia e nella salvaguardia del nostro ambiente». Proprio in questo contesto ha fatto cenno a Papa Francesco, chiamandolo «il nostro amatissimo fratello dell’antica Roma», mostrando una grande vicinanza e un grande affetto verso il vescovo di Roma.

Il patriarca di Costantinopoli ha fatto poi riferimento alla celebrazione della Pasqua, che vede purtroppo i cristiani vivere «lo scandalo», così lo ha definito Bartolomeos, della divisione, auspicando che presto si possa arrivare ad una celebrazione comune.

Proprio il prossimo anno, millesettecentesimo anniversario della celebrazione del Concilio di Nicea, la data della Pasqua sarà la stessa, segno provvidenziale, secondo Bartolomeos, per una futura riunificazione della data.

A conclusione dell’incontro, il patriarca ha impartito la sua benedizione, salutando ad uno ad uno i pellegrini lodigiani, facendo loro dono di una piccola croce a ricordo dell’incontro.

Quelli dei lodigiani sono stati giorni molto intensi, che hanno visto il gruppo immergersi nel mistero di una terra che è stata, ed è ancora, crocevia di popoli, di culture e di religioni.

La “Terra Santa della Chiesa”, dove ha preso forma il vangelo di Gesù, annunciato dagli Apostoli, è stata la culla di comunità cristiane che hanno saputo far nascere figure di uomini e donne capaci di creare un vero e proprio pensiero cristiano.

Gli ultimi due giorni hanno visto il gruppo di Lodi visitare la città di Istanbul, immergendosi nelle bellezze straordinarie dei suoi monumenti, a partire dalla chiesa cattedrale di Santa Sofia, gioiello architettonico che trasuda la storia millenaria della Chiesa e che, purtroppo, dopo anni in cui era museo, è stata trasformata in moschea, a dispetto della storia e ignorando la sensibilità di molti.

Il mar di Marmara, il corno d’oro, come la penisola dove sorge il palazzo di Topkapi, hanno accolto i pellegrini di lodi, accompagnati dal vescovo Maurizio, che ha ripercorso con loro anche la storia dei Concilii, che proprio in questa città, e nelle località limitrofe di Nicea e Calcedonia, hanno plasmato la fede cristiana.

Un’esperienza senza dubbio unica che, come ha detto il vescovo Maurizio, «ha ravvivato l’appartenenza ecclesiale, stimolando la testimonianza in risposta al dono perenne del battesimo. L’incontro con Bartolomeo ha ricordato il dono della fede comune, risvegliando la responsabilità, a partire dal quotidiano, nel perseguimento dell’unità e della pace».

È stata proprio «un’esperienza indimenticabile - ha detto la signora Egidia Merisi, sorella del vescovo emerito Giuseppe - grazie anche alla presenza del vescovo Maurizio, che ci ha regalato questo incontro con il patriarca Bartolomeo. Porto nel cuore una forte emozione, pensando agli incontri vissuti all’interno del gruppo, che hanno prodotto in me profonda gioia, e pensando anche alla storia passata e alle figure dei santi che l’hanno caratterizzata, insieme a una grande consolazione, che penso sia in grado di generare una promessa per il futuro di ciascuno di noi»n 

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