Pace e giovani per salutare l’anno nuovo

Monsignor Merisi a Brescia per la marcia nazionale

L’Azione cattolica, l’Agesci, l’Ufficio di pastorale giovanile e l’Ufficio di pastorale sociale della diocesi di Lodi propongono di vivere in modo diverso la notte dell’ultimo giorno dell’anno, partecipando alla marcia della pace di Brescia a cui parteciperà anche il vescovo di Lodi e presidente di Caritas Italiana Giuseppe Merisi che interverrà alle 21 sul tema “Povertà e solidarietà“, durante la tappa alle carceri di Canton Mombello. Per chi desiderasse condividere il trasporto si prevedono due partenze da Lodi il 31 dicembre, dalla Casa della Gioventù (viale Rimembranze, 12): una partenza alle ore 17 per unirsi all’inizio della marcia alle ore 18,30; una partenza invece alle 19,45 per unirsi alla marcia in zona Canton Mombello.

Domenica 1 gennaio alle 18 monsignor Merisi celebrerà la Messa nella Basilica Cattedrale di Lodi, invitate particolarmente le autorità. Nell’occasione presenterà il messaggio per la Giornata mondiale della pace che si celebrerà il 1° gennaio sul tema: “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. La parte finale del testo scritto dal Papa è un appello diretto ai giovani: «Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione. Vivete con fiducia la vostra giovinezza e quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di amore vero! Vivete intensamente questa stagione della vita così ricca e piena di entusiasmo». E ancora: «Siate coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto più desiderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo. Siate consapevoli delle vostre potenzialità e non chiudetevi mai in voi stessi, ma sappiate lavorare per un futuro più luminoso per tutti». «Non siete mai soli», garantisce il Papa: «La Chiesa ha fiducia in voi, vi segue, vi incoraggia e desidera offrirvi quanto ha di più prezioso: la possibilità di alzare gli occhi a Dio, di incontrare Gesù Cristo, Colui che è la giustizia e la pace».

«È vero - ammette Benedetto XVI - che nell’anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l’economia; una crisi le cui radici sono anzitutto culturali e antropologiche». «Sembra quasi - la suggestiva immagine scelta dal Papa - che una coltre di oscurità sia scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza la luce del giorno». Tuttavia, «in questa oscurità il cuore dell’uomo non cessa di attendere l’aurora». Un’“attesa”, questa, «particolarmente viva e visibile nei giovani», i quali «con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo». «Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare - ammonisce il Pontefice - non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società». Di qui la necessità di «comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del bene». Un compito in cui, per il Papa, «tutti siamo impegnati in prima persona». Il Pontefice parla dei desideri dei giovani, «Il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano». «È importante che questi fermenti e la spinta ideale che contengono trovino la dovuta attenzione nella società». Il Pontefice ricorda che la famiglia è «la prima scuola dove si viene educati alla giustizia e alla pace» e chiede ai genitori di «non perdersi d’animo». «Aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni educative ad esercitare il loro diritto-dovere di educare», potendo «scegliere liberamente le strutture educative ritenute più idonee per il bene dei propri figli», e offrire «ai giovani un’immagine limpida della politica, come vero servizio per il bene di tutti». È il doppio appello rivolto dal Papa ai politici. Benedetto XVI ha rivolto un appello anche «al mondo dei media, affinché dia il suo contributo educativo» in ordine alla giustizia e alla pace».

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