«Nell’Eucarestia vediamo la luce,
che è più forte di ogni fallimento»

La Messa pre-natalizia celebrata dal vescovo Maurizio nel carcere di Lodi

La Santa Messa entra nel carcere di Lodi con la celebrazione eucaristica pre-natalizia presieduta venerdì mattina in via Cagnola dal vescovo Maurizio, che agli ospiti della casa circondariale ha ricordato come «tutto è passeggero, quindi anche il tempo passato all’interno del carcere. Un giorno arriverà la libertà alla quale sempre pensiamo». Interiormente però questa libertà può essere raggiunta prima, ha specificato monsignor Malvestiti, «insieme a quella gioia che vogliamo avere in qualsiasi situazione in cui ci troviamo, tenendola come stimolo a camminare verso la libertà. Il cuore, con il desiderio e le preoccupazioni, non riesce ad orientarsi. La gioia si può trovare se entriamo nella nostra coscienza». Ogni persona, ogni cosa, le nostre fragilità ci distolgono dal pellegrinaggio interiore che dobbiamo fare per andare alla nostra coscienza. «In questa Messa di Natale cerchiamo di andare fino in fondo alla coscienza - ha esortato il vescovo -. La prima cosa che essa ci dice è che siamo responsabili dei nostri sbagli. In questo modo potremo intravedere quella luce che è più forte di ogni fallimento, che è la speranza. L’Eucarestia ci unisce a Cristo, facendoci incontrare il Creatore e Padre che abita nella nostra coscienza e che rende realistico il nostro sguardo sulla vita nostra e sul contesto in cui viviamo, non consentendo di disperare, ma di sperare». Non ci illuderà questo andare in fondo alla nostra coscienza, anzi farà fiorire la consolazione e l’incoraggiamento. «Se ci pentiamo e riceviamo il perdono ricevendo l’Eucarestia siamo forti in questo pellegrinaggio della speranza - ha sottolineato il vescovo -. Il Giubileo è un anno di grazia che deve portare la libertà ai prigionieri. Siamo tutti prigionieri quando non abbiamo il coraggio di andare in fondo alla nostra coscienza. Il pellegrinaggio della coscienza vale per tutti, per ogni uomo e donna. Tenta di interromperlo la nostra debolezza, ma se noi ci imponiamo riusciamo a compiere questo cammino. Gesù che viene è la chiave di Davide, poiché ha il segreto di tutti i cuori, apre la porta della nostra coscienza, libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre». La Santa Messa è stata concelebrata dal cappellano della casa circondariale di Lodi don Maurizio Bizzoni ed è stata partecipata anche dalla direttrice del carcere Annalaura Confuorto e da un gruppo di seminaristi.

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