Madre Cabrini è Beata da 75 anni

Le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù (note come Cabriniane) annunciano le celebrazioni per il 75° anniversario della beatificazione di Santa Francesca Cabrini. Alle ore 11.15 celebrazione della Messa nella chiesa parrocchiale di San Biagio. Alle 15.30 l’esposizione dell’arazzo con la figura di Madre Cabrini svelato durante la cerimonia di beatificazione del 13 novembre 1938 in Piazza San Pietro a Roma Vaticano. Alle ore 16, presso l’area esterna di via Cabrini 3 l’inaugurazione della seconda «seduta» che segna l’arrivo de “Il Cammino degli Emigranti” presso il Museo Cabriniano di Codogno. Infine, alle ore 16.30, presso la chiesa del Tabor, “Viandanti ed emigranti”, un concerto dei “Solisti Laudensi”.

È indubbio che la Beatificazione di Madre Cabrini sia stato un momento tra i più belli che la Congregazione Cabriniana abbia vissuto anche se essa arrivava in un periodo particolarmente doloroso per le Missionarie e anche per il mondo essendo alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

La gioia infatti, delle Missionarie era una luce che non solo irradiava la Chiesa ma arrivava a rischiarare un po’ le ombre che si erano addensate sulla missione dell’Istituto. Già da molti mesi la già fiorente Missione della Cina viveva un clima di guerra e di persecuzione che era culminato nell’incendio di tutta la Missione di Kashing e di altrettanti dolorose vicende nelle missioni del Honan. Ma non era tutto. Le Missioni della Spagna ambedue, quella di Bilbao e quella di Madrid, erano state bruciate e avevano costretto le missionarie a fuggire e le orfanelle di ambedue le missioni ad essere trasferite in vari altri istituti.

Mentre, perciò, l’Istituto delle Missionarie viveva la passione delle missioni spagnole e di quelle cinesi, a Roma si attendeva da un momento all’altro la definizione della causa di beatificazione della Madre fondatrice. La gioia di quei momenti che tutti attendevano anche durante la persecuzione, sembrava mitigasse, momentaneamente, il dolore di quelle pungenti ferite.

La figura di Madre Cabrini emergeva da quella sofferenza . Madre Antonietta Della Casa, Superiora Generale, non faceva che passare da una conferenza all’altra su Madre Cabrini: «È nostro preciso dovere farla conoscere, farla amare e farla pregare affinché divenga sempre più strumento delle Misericordie del S. Cuore».

Madre Cabrini veniva beatificata 21 anni dopo la sua morte. Nell’estate del 1928 a Chicago, e nella primavera del 1929 a Lodi, erano iniziati ed ultimati i Processi informativi della sua fama di santità, virtù e miracoli. Dopo essere stati esaminati dalla S. Congregazione dei Riti tutti gli scritti, si ebbe il 26 marzo del 1930 il Decreto e si tenne la Congregazione Ordinaria nella quale i cardinali ed i prelati consultori approvarono la costante fama della sua santità. Il Decreto fu pubblicato il 14 marzo del 1931 ed il 30 dello stesso mese, il Papa Pio XI sottoscrisse la Commissione della introduzione della Causa di Beatificazione.

Il 14 aprile del 1933 a Lodi e dal 9 agosto al 27 settembre a Chicago, per autorità della Santa Sede furono istituiti i Processi sulle virtù eroiche e sopra i miracoli. A Roma, dal 20 Giugno al 24 Ottobre furono interrogati altri testimoni. A quel tempo il canone di Diritto Canonico prescriveva che non si potesse dare corso alla discussione sull’eroicità delle virtù se non dopo 50 anni dalla morte. Per Madre Cabrini si ottenne la dispensa pontificia il 19 luglio 1935. La Causa aveva perciò preso il via e approvata con un decreto del 21 Gennaio 1936.

Si studiarono e si stamparono le testimonianze e si tennero le tre Congregazioni prescritte: una Ante preparatoria, il 16 giugno 1936, una Preparatoria, il 6 aprile 1937 e quella Generale dinanzi al Papa, il 26 ottobre dello stesso anno. Il risultato era stato favorevole e il 21 novembre, veniva riconosciuta l’eroicità delle virtù di Madre Francesca Cabrini, con un decreto che la definiva Venerabile.

Ogni Suora, in quel Natale del 1937 ebbe la copia del Decreto che tra l’altro citava: «Insulti molti e molte avversità e fatiche incredibili ebbe a sopportare per la salute delle anime questa donna invitta, ripetendo il detto dell’Apostolo: “Io posso tutto in Colui che mi dà forza”; detto che lasciò come divisa del suo Istituto. Sostenuta da tanta speranza, non potè essere smossa per nessuna difficoltà dal santo proposito. Per ben ventiquattro volte passò l’Atlantico; fece più migliaia di chilometri sia a cavallo che a piedi, per le aspre montagne delle Ande, sprezzando i pericoli e senza riguardo alla sua gracile salute. Pari alle grandi fatiche fu il frutto raccolto; finché, prostrata di forze, il dì 22 dicembre 1917 morì santamente a Chicago».

Così si passò allo studio dei miracoli richiesti per la Beatificazione. Le guarigioni miracolose: quella di suor Delfina Grazioli da aderenze fibrose intorno alla cistifellea insanabili, e quella del bambino Pietro Smith da cecità traumatica bilaterale completa e perpetua. Dopo lo studio secondo la scienza medica e teologica, i miracoli vennero sottoposti alla prima discussione il 15 marzo 1938 e, una seconda volta il 14 giugno dello stesso anno; infine la Congregazione Generale, alla presenza del Sommo Pontefice, ebbe luogo il 19 Luglio 1938. Lo stesso Sommo Pontefice Pio XI, dopo la Congregazione detta del “Tuto”, fece emanare il decreto che fu letto alla sua presenza il 6 agosto dello stesso anno, autorizzando la solenne Beatificazione nella Basilica Vaticana. E così, il 13 novembre 1938 la Madre Francesca Saverio Cabrini apparve nella gloria del Bernini e fu dichiarata “Beata”.

Così ancora raccontano le memorie di Roma: «Il 12 mattina nell’aula della Benedizione il Santo Padre ricevette tutte le Missionarie del Sacro Cuore presenti a Roma e il numerosissimo pellegrinaggio di migliaia di persone venute da Lodi, da Genova, da Milano, dagli Stati Uniti. La domenica del 13 novembre, giorno seguente, si svolsero in S. Pietro i riti grandiosi, indimenticabili della proclamazione a Beata di Colei che in vita aveva operato grandi cose nell’umiltà, per la carità che unicamente la moveva. Liete, fiere, e gloriose assistemmo quella mattina dal principio alla fine a tutte le cerimonie, e quando veniva tolto il velario che ricopriva la gloria del Bernini, apparve la figura della Madre Beata, comprese da commosso, devoto entusiasmo, innalzammo a Dio le più alte grazie, a lei la nostra ardente preghiera».

Il famoso “Breve” fu naturalmente molto lungo e tutti aspettavano quelle famose parole che arrivarono dopo la descrizione dell’intero iter: «Stando così le cose, e ottemperando ai desideri dell’intero Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù da essa fondato, Noi, in virtù della presente Lettera e con la Nostra Autorità Apostolica, permettiamo che la Venerabile Francesca Saverio Cabrini, fondatrice del prefato Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, sia chiamata Beata, e che il suo corpo e le sue reliquie siano esposte alla pubblica venerazione dei fedeli, da non portarsi però in processione solenne, e che le sue immagini siano ornate di raggi…».

La solennità era anche firmata da personaggi come Giuseppe De Luca che fece un inno bellissimo alla Madre Cabrini con il suo scritto Immagine di un’anima con il quale si formò il canto delle Missionarie musicato da monsignor Mario Bernardi; Lorenzo Perosi compose una Cantata. Silvio D’Amico, il famoso critico teatrale, fece una raffinata conferenza nell’Aula Magna dell’Università Gregoriana alla presenza della Principessa Maria di Savoia.

Negli Stati Uniti, la stampa di ogni colore aveva dato un risalto impressionante all’avvenimento. A New York, nella High School, dove era stata portata la salma di Madre Cabrini, vi sfilarono dinnanzi, in un solo giorno 27mila persone. Un mese dopo, il Delegato Apostolico per gli Stati Uniti, assisteva nella Cattedrale di San Patrizio al Pontificale in onore di Madre Cabrini, celebrato dall’Amministratore Apostolico per l’archidiocesi monsignor Donahue. A Brooklyn, dove Madre Cabrini aveva fondato una scuola per ragazzi italiani molto poveri, gli scolari di quella scuola, sfilarono per le vie della città portando in processione un quadro della nuova Beata. Lungo la via si accodavano centinaia e centinaia di italiani esaltando la «nostra santa» e di americani riconoscendo in quella santa “l’instancabile pellegrina della Misericordia che errò irrequieta da cielo a cielo, da mare a mare per donarsi tutta a tutti..”

A Milano, altri tridui, altre commemorazioni predicate dal futuro cardinal Carlo Dall’Acqua e presenziato dal cardinal Idelfonso Schuster.

A Sant’Angelo Lodigiano, i cittadini sentivano che finalmente «La nostra Madre Santa è tornata fra noi.” Madre Cabrini, dopo la Fondazione dell’Istituto non era più tornata a Sant’Angelo. Ora però i cittadini si riconciliavano: era stata acquistata la Casa Natale di Madre Cabrini, e si era fondata un’opera». Monsignor Rolla, vescovo di Forlì, parlò al popolo che gremiva la chiesa, la piazza e le strade.

Ogni città ebbe la sua manifestazione. Inoltre, da tutte le missioni venivano raccolte notizie sulle “grazie straordinarie” che la futura Beata aveva ottenute e sull’impegno avuto per far conoscere Madre Cabrini.

La Casa di Londra registrava: «Dal 1923 al 1930 si lavorò qui a Londra in modo indefesso per far conoscere ed amare la Vita della nostra Madre Fondatrice di santa memoria. Ottenemmo il permesso ed il privilegio di tradurre i “Viaggi” scritti dalla nostra Santa Fondatrice, in inglese. Coll’aiuto di Gesù si riuscì a finire questo lavoro e più di mille copie furono comprate dai devoti della nostra Madre Fondatrice qui nella Gran Bretagna; circa 200 furono mandati negli Stati Uniti».

A Codogno: «Codogno ha visto affluire dalla campagna lunghe file di popolo che ha dedicato il suo primo tempo alla visita della Mostra Missionaria, ordinata con buon gusto e dovizia di materiale nella Chiesa dei Frati, e poi ha sostato nelle vie che dal Convento delle Missionarie portano alla Parrocchiale. Passava per quelle strade, verso le ore 10, il sacro corteo dei Vescovi con la Reliquia di Madre Cabrini».

Le Memorie del Brasile registrano: «Il nostro pensiero oggi fu a Roma, in San Pietro! Credevamo di assistere alla grandiosa funzione per radio, ma non ci fu dato! Ma la sentivamo in cuore, nell’animo; ciascuna di noi era investita da una gioia, da una pace indicibile».

Dall’Argentina si scriveva preparando un Pellegrinaggio: «In Argentina, a Buenos Aires, la festa fu un vero concorso di popolo. Dall’Argentina era partito un pellegrinaggio qualche centinaio di persone, con un itinerario che, a quel tempo, solo i più ricchi si potevano permettere».

Si trattava di un tour per mare con due itinerari: uno di 52 giorni con presenza alla funzione della Beatificazione, uno di 72 che comprendeva inoltre una “escursione” in Francia e Belgio.

una grande gioiaNaturalmente nessuna parte dell’Istituto delle Missionarie rimase estraneo all’avvenimento, soprattutto le Missioni più lontane e più provate dalle difficoltà sentirono la presenza della loro Madre Beata che intercedeva per i loro poveri, orfani, ammalati. Gli articoli e le Memorie, sono testimonianze che rivelano non solo l’amore delle suore e del mondo Cabriniano verso la loro Madre, ma la gioia di sapere che ora, in Cielo c’era una Santa che dopo la Madonna e i tanti Santi protettori, c’era Qualcuno che guidava ancora il suo Istituto.

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