Lodi, il vescovo incontra i politici

Al termine dei festeggiamenti per la solennità di San Bassiano, patrono di Lodi, il vescovo Giuseppe Merisi ha incontrato ieri sera, nella bella cornice del Vescovado, le autorità civili e militari del territorio, i rappresentanti delle associazioni laiche ed ecclesiali e tutti coloro che rivestono incarichi di responsabilità nel mondo del lavoro, della cultura e della scuola.

L’evento, indetto grazie alla collaborazione di Riccardo Rota, responsabile dell’Ufficio per i problemi sociali della diocesi, ha raccolto l’adesione di decine e decine di esponenti del mondo politico e amministrativo, a partire dal presidente della Provincia, Pietro Foroni e dalla dimissionaria giunta comunale lodigiana con in testa l’ormai ex sindaco Lorenzo Guerini e l’ex vicesindaco Giuliana Cominetti insieme ai numerosi sindaci e vicesindaci della provincia, fino ad arrivare al prefetto Pasquale Gioffrè e ai vertici della questura, dell’Arma dei carabinieri, della finanza e dei vigili del fuoco.

L’“Anno della fede” e la necessità di una rinnovata presenza cristiana nella società civile sono i temi da subito portati all’attenzione da Riccardo Rota nel suo discorso introduttivo: «A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II siamo chiamati a riscoprire e motivare la fede che c’è dentro di noi e ad esserne testimonianza espansiva. Le scadenze elettorali inaspettate a cui stiamo andando incontro sono un segno del fermento politico di cui i cristiani devono farsi interpreti».

La parola è quindi passata a monsignor Merisi, che ha sottolineato il riferimento al senso dell’“Anno della fede”: «Se si vogliono fondare la cultura e la libertà della gente, occorre insistere sulla conoscenza dei principi della vita cristiana, pur nel pluralismo della vita sociale. Purtroppo, talvolta, la sensibilizzazione sugli insegnamenti evangelici non è sufficiente e pare l’indifferenza abbia la meglio». Da qui il richiamo rivolto al mondo cattolico e laico per la formazione di coscienze adulte responsabili e ai dirigenti politici nel ruolo da loro rivestito: «Guardino alle istanze comunitarie nel rispetto della legge in vigore, ma sempre collocando il proprio intervento in un quadro di valori che precedono o almeno accompagnano la legge e la sua interpretazione».

Anche il vicario generale della diocesi, monsignor Iginio Passerini, è intervenuto a completamento della riflessione del vescovo con alcune sottolineature: «La presenza della Chiesa accanto alle istituzioni è una realtà sempre più viva a partire dal Concilio Vaticano II. Nel Lodigiano la diocesi è intervenuta portando il suo contributo per cercare di far fronte all’attuale crisi occupazionale con l’attività della mensa cittadina, il fondo di solidarietà diocesano istituito nel 2009 e l’impegno delle 39 aggregazioni ecclesiali presenti sul territorio». La situazione economica degli ultimi sette anni è drammaticamente peggiorata, secondo monsignor Passerini, ma la Chiesa «c’è e anche capillarmente». Un messaggio di forte presenza, quindi, quello lanciato dalla diocesi di Lodi nella serata di ieri, conclusasi con i numerosi saluti e scambi di opinioni delle autorità con il vescovo Merisi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA