La voce degli agricoltori lodigiani: «Prendersi cura ogni giorno della bellezza del Creato» - IL VIDEO

Belloni della cascina Buttintrocca: «Credo nel valore del rispetto per gli animali»

«Credere in Gesù Cristo significa avere dei valori: il rispetto reciproco ad esempio, che vale anche con gli animali; aiutare chi è in difficoltà. Capire quando un animale necessita il tuo intervento, che non è semplice». Parte da qui la testimonianza di Achille Belloni, che con la famiglia conduce l’Azienda agricola Belloni - Sangalli alla cascina Buttintrocca, comune di Casalmaiocco e parrocchia di Mulazzano.

Achille Belloni, Azienda agricola Belloni - Sangalli alla cascina Buttintrocca, comune di Casalmaiocco. Video di Raffaella Bianchi

«Dare benessere agli animali? Ormai da almeno dieci anni si lavora sempre in questa direzione. Se il nostro animale sta bene, lo mettiamo nelle migliori condizioni possibili anche per quello che serve a noi allevatori. Le bovine da latte soffrono molto d’estate. Loro stanno bene d’inverno. Nel periodo estivo noi usiamo un sistema con una centralina che nelle stalle rileva temperatura, umidità e velocità del vento. Eroga delle doccette sulla groppa dell’animale per un paio di minuti e poi fa partire la ventola, che asciuga. Così alle bovine viene anche più voglia di mangiare. E producono latte. Sono animali che se ricevono, danno. È controproducente tenerle in cattive condizioni».

Ma come si fa a capire quando un animale ha bisogno del tuo aiuto? «Non è facile. Bisogna avere sensibilità e conoscere loro e anche questo lavoro. Ma ho avuto un ottimo insegnante, che era il mio papà».

E pensare che inizialmente alla cascina, Achille non sembrava molto interessato. «Quando ero alle superiori, mio papà mi diceva: “Andiamo a voltare il fieno”. E io non avevo voglia. Ho persino studiato come geometra. Ma dopo il diploma, ho scelto di lavorare con lui. E ho scoperto un mondo». Poi la morte di papà Attilio, nel settembre 2013. «È stata una tragedia. Io avevo 30 anni, mio fratello Andrea 26 e Vincenzo 19. La sua morte ci ha fatto necessariamente crescere. Abbiamo preso in mano tutto e portato avanti. È tutto sulle nostre spalle. Adesso abbiamo continuato, siamo riusciti anche ad espanderci. Per noi questo non è più un lavoro, è una passione, è quello che facciamo normalmente»: E le ferie? «Ci mettiamo d’accordo. Siamo in tre, facciamo a turno». Un’ultima domande riguarda il momento in cui le mucche vanno al macello. «È una mazzata - risponde Achille senza esitazioni -. Proprio una mazzata. Con gli anni ci fai il callo, salgono sul carro e le saluti. Però qualcuna cui siamo più affezionati, non la mandiamo via. L’anno scorso ce n’è morta una che avevamo tenuto - dice, voltando lo sguardo verso la stalla - e aveva 16 anni».

Ancora: «Questo è un lavoro bellissimo, spero che sempre più giovani lo possano intraprendere. E sono sempre contento quando la scuola chiede di venire in visita, è importante che i bambini vengano a conoscere». Non solo la scuola. Ogni anno a fine maggio, nel giardino davanti casa, la famiglia Belloni ospita la preghiera del rosario della parrocchia di Mulazzano, tra rose e alti alberi, pergolati e verde.

Prendersi cura della bellezza e lasciare che la bellezza possa esprimersi. Forse è questo, ciò che qualcuno riesce ad intuire.

La cascina Belpensiero, nel comune e nella parrocchia di Dresano, ad esempio, rischiava di andare in rovina. Non più presenti i braccianti agricoli, gli ambienti da mettere a norma, gli zii proprietari venuti a mancare. Sarebbe stato facile vendere tutto e non pensarci più. Invece Giancarlo Chiesa ha deciso diversamente. Mattone dopo mattone la sta recuperando. Ha cominciato col rifare i portici con lo stesso materiale che già componeva Belpensiero. Al piano superiore, nel vecchio granaio, le forme delle finestre portano indietro di centinaia di anni. «Probabilmente sono tracce di un antico monastero, qui c’era il refettorio e lo spazio per fare il pane», racconta. A piano terra invece, mentre si attendono i serramenti, nella cucina le rondini continuano a fare il nido nell’angolo in alto.

Il rapporto di Giancarlo con Belpensiero è particolare. «Su questo vecchio trattore ho imparato a guidare. Da piccolo sedevo sul lato, mio papà e mio zio lo conducevano». Negli anni della maturità, lui e il fratello Antonio hanno accompagnato uno alla volta, nella malattia, gli zii e i genitori. Quando tutti sono venuti a mancare, Giancarlo e Antonio si sono guardati in faccia. Ed ecco la decisione di sistemare Belpensiero. Lasciato il lavoro di una vita, in banca, Giancarlo ha cominciato ad andare, ogni giorno, da Mulazzano, in cascina. «La gente pensa che io mi stia prendendo cura di questo posto ma è lui che sta curando me - confida -. Forse è reciproco. La priorità non è economica, è star bene di salute. Qui io trovo la mia pace. Apprezzo le cose semplici. Ogni mattone che metto significa dire grazie ai miei zii».

Alcune scelte pratiche che indicano rispetto dell’ambiente?

«Io faccio fieno e ho scelto di non usare azoto chimico. Buttiamo nei campi quello che c’è nelle lettiere. Il rispetto per l’ambiente secondo me significa fare attività con quello che l’ambiente ti dà. L’azoto deve essere come la bombola di ossigeno per le persone: si usa solo quando è necessario. Come una medicina. Ora ad esempio ne ho utilizzato un filo per l’erba medica, ma quel campo è a posto per cinque anni. Certo, io non ho il mais. Però quando fai una passeggiata e hai appena tagliato il fieno o i fiori di erba medica, il profumo lo senti. E un domani, se decidi di vendere, ci sono diversi punti che devi dimostrare: uno di questi è che i campi qualitativamente non devono essere sfruttati».

In questa cura c’è spazio anche per la passione di Giancarlo per i bonsai. È nato il Gruppo Bonsai Belpensiero, si vivono serate lente e in compagnia. Poi è arrivata Marina, che oggi è la sua fidanzata. Afferma lui, che tra poco compirà 60 anni: «Adesso non devo andare a cercare gli amici, sono loro che vengono qui. Qualcuno mi chiede: quando finisci? Cosa fai dopo? Ma sono domande che non mi pongo. Un pezzetto di qua, un pezzetto di là, faccio quanto riesco, finchè riesco». E intanto guarda, con amore e tenacia, centimetro per centimetro, la sua Belpensiero. Un luogo che attraeva ieri e attrae oggi, con il grande olmo che continua a fare ombra al centro dell’aia. Che Giancarlo sta restituendo al territorio. E anche chi va a trovarlo, torna sempre un pochino più in pace.

Esperienze diverse, quelle di Belloni e di Chiesa, che raccontiamo non perché il rapporto con l’ambiente si viva soltanto in cascina; ma perché entrambi hanno accettato di condividere con i lettori le proprie riflessioni. Pensieri di chi con l’ambiente vive un rapporto concreto. Così Silverio Gori, già presidente del Parco Adda Sud, cui affidiamo la conclusione: «Credo che il Creato debba essere salvaguardato nella sua totalità, sia umana che ambientale - ci dice Gori -. Per preservare l’ambiente è necessaria un’attenzione particolare e il sentirlo interiormente come una cosa nostra e non delegando sempre ad altri gli interventi necessari. È importante che ognuno faccia la propria parte concretamente perché il rispetto verso persone, animali e ambiente deve essere una priorità».

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