«La vera libertà è quella del cuore»

Il vescovo Maurizio ha presieduto la celebrazione della messa nella Casa circondariale di via Cagnola a Lodi

Un momento di gioia, di partecipazione, di condivisione e di libertà, «nonostante tutto», come ha detto il vescovo, ribadendo che la vera libertà è quella del cuore, e che anche chi è fuori dal carcere può essere schiavo delle cose, della corruzione, schiavo del peccato.

La celebrazione della Messa nella casa circondariale di via Cagnola, in occasione del Natale e della Pasqua, è una tradizione che ha accompagnato da sempre il mandato episcopale di monsignor Malvestiti, ma questa volta si è arricchita di un’occasione sicuramente speciale: durante la funzione, infatti, è stato conferito il sacramento della Confermazione a tre detenuti, che si sono preparati durante gli ultimi mesi con il gruppo di Effatà per accostarsi alla Cresima.

«Sono commosso perché per la prima volta uniamo il conferimento della Cresima alla tradizionale celebrazione per la Pasqua» ha esordito il vescovo, ricordando che «dopo ogni fatica della vita, dopo ogni peccato, si può aspirare al perdono del Signore, e il perdono innesca il riscatto». Monsignor Malvestiti era accompagnato dal cappellano don Gigi Gatti, alla presenza del personale e dei volontari, degli educatori e dei detenuti, che hanno partecipato in un clima di fraternità e accoglienza.

«Nell’Eucaristia conosciamo la verità su Dio e su di noi, e questa verità è che noi veniamo da Lui e a Lui torniamo: a volte ce ne dimentichiamo, a volte siamo in lotta con Lui, a volte non sappiamo più se crediamo o meno, ma anche in quei momenti stiamo sempre cercando Lui». Questa è «la verità che vi renderà liberi» ha proseguito il vescovo: «So che queste parole stonano con il fatto che siamo qui dietro le sbarre, ma la reclusione peggiore è quella del cuore: anche chi è fuori e pensa di essere libero, in realtà può essere schiavo. Ma la Pasqua ci aiuta a prendere coscienza che possiamo uscire dalla schiavitù credendo tenacemente in noi stessi e nella legalità, ricordando che Cristo crede in noi e non ci abbandona mai».

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