![L’incontro di preghiera in San Filippo con il vescovo Maurizio (foto Ribolini) L’incontro di preghiera in San Filippo con il vescovo Maurizio (foto Ribolini)](https://storage.ilcittadino.it/media/photologue/2024/5/13/photos/cache/la-preghiera-e-il-sostegno-del-vescovo-per-i-maturandi_3e10_mKGB8kN_v3_large_libera.webp)
La preghiera e il sostegno del vescovo per i maturandi
Domenica sera in San Filippo l’incontro con monsignor Malvestiti
La preghiera e il sostegno del vescovo Maurizio per i ragazzi e le ragazze che a breve affronteranno l’esame di maturità. Domenica sera monsignor Malvestiti ha incontrato nella chiesa di San Filippo i giovani delle quinte superiori. L’iniziativa, promossa dall’Ufficio per la pastorale giovanile diretto da don Enrico Bastia, è iniziata con un aperitivo nel giardino della Casa vescovile, un momento di convivialità seguito dall’incontro nella chiesa di San Filippo, dove monsignor Malvestiti ha invocato lo Spirito Santo e ha benedetto i maturandi. Ai partecipanti è stata consegnata una penna con il logo dell’appuntamento, alla sua prima edizione, con la quale i ragazzi hanno firmato un album con il proprio nome. Il vescovo Maurizio avrà così la possibilità nel periodo degli esami di ricordare i giovani uno per uno, anche se ha assicurato il ricordo speciale e la preghiera per tutti i maturandi della diocesi.
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Nella solennità dell’Ascensione, «mistero pasquale che fiorisce nel cuore dei credenti, ma anche dei dubbiosi», il vescovo Maurizio ha toccato il tema dell’universalità, «esplicita nel testo odierno (Mc 16,15-20): “andate in tutto il mondo”, con quel perentorio: “chi crederà sarà salvo e chi non crederà sarà condannato”. Forse siamo istintivamente urtati da queste parole - ha detto il presule -: dov’è la libertà, qualcuno può domandare sentendo una sorta di minaccia? Non un Dio della condanna è quello cristiano. È impossibile sostenerlo: ma certamente non è il Dio delle mezze misure. La misura è Cristo». «La comunità che per prima accolse il Vangelo e attorno a Marco, interprete di Pietro - ha continuato il vescovo Maurizio -, elaborò questo testo intendeva comunicare tutto il convincimento circa l’insuperabile risposta ricevuta nell’amore fino alla croce e risurrezione, amore che ha vinto corruzione e morte. La condanna è in sé, non comminata da Dio, è in sé ossia nel non senso che ogni altra alternativa tentasse di vantare». «Ieri ho ascoltato un poeta (Rondoni) componente del comitato per gli 800 anni della morte di San Francesco (+1226) - ha proseguito monsignor Malvestiti - e mi ha colpito una sua espressione: “Se si sbagliano le parole si sbaglia la vita”. Noi siamo “desiderio”: siamo attratti dal cielo e dalle stelle. E chiamati a dare “forma” a quel desiderio tutto nostro sul modello insuperabile che è Cristo. Sulla sua misura lo Spirito dà forma in noi alla nuova umanità: quella che comprende come tutti e tutto siano solo “segno” del Creatore e Padre. Nulla è nostro e nemmeno noi ci apparteniamo: se aspiriamo a Cristo ogni altra cosa ci sarà data con Lui. E capiremo la vita col suo amore e il suo dolore: ciò che non si misura esiste comunque. La realtà è segno del Dio Creatore. Qui sta la differenza tra amore e possesso. Amare ciò che in realtà non possediamo è veramente da cristiani liberi in perfetta essenzialità. Vorrei scongiurare che i maturandi siano nella loro esistenza una parola sbagliata: abbiamo bisogno che siano un vera parola di speranza».
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I giovani hanno il fiuto di cogliere la strada del futuro, da qui la necessità di «camminare con loro, insegnare loro e imparare da loro e, insieme contribuire al bene comune. Insieme. Credenti, dubbiosi con ogni altra categoria: basta essere uomini e donne in cerca di autenticità per una umanità di concordia e pace», ha concluso il vescovo Maurizio
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