La Parola, come un pendaglio tra gli occhi

Di grande spessore la giornata di studio dedicata alla Sacra Scrittura

«Come un pendaglio tra gli occhi», così la Parola di Dio, in un rapporto fisico con l’uomo, come l’ha definito don Roberto Vignolo alla giornata di studio dedicata alla Scrittura, sabato 14 maggio in Seminario a Lodi. Don Vignolo è stato infatti tra i relatori al convegno di approfondimento rivolto a catechisti, animatori pastorali e liturgici, sacerdoti, convegno cui ha presenziato anche il vescovo di Lodi Giuseppe Merisi.

«Abbiamo voluto questo incontro in linea con il piano pastorale “Bibbia ed educazione”, ha chiarito don Enzo Raimondi, vice direttore dell’Ufficio catechistico. «Alcune parrocchie hanno già vissuto proposte significative. Il dono di oggi è trovarci insieme come Chiesa diocesana per dare il giusto posto alla Parola: un pendaglio tra gli occhi è guida nella vita e nel nostro modo di interpretare la realtà. Come un diadema di cui ci si fregia e che si deve esibire, come fa una donna nelle occasioni più belle». Una familiarità con la Bibbia che anche Merisi ha sottolineato, affermando: «Il rapporto personale con la Parola è più importante di tutto e deve durare per tutta la vita, in modo trasversale a programmi, incontri e impegni». Un segno legato alla mano o tra gli occhi è impossibile da dimenticare. Un rapporto fisico dunque, “da corpo a corpo”, ha detto il biblista e docente di Sacra Scrittura don Vignolo, che ha illustrato: «La Parola di Dio è prima di tutto la vita della Chiesa, e la memoria della Parola è la Scrittura. Non esiste parola più promotrice dell’umanità di quella del Vangelo, dello Spirito e di Gesù. Tenendo sempre presente che il suo obiettivo imprescindibile è generare Koinonia». Una comunione che ha anche valenza ecumenica: «Si litiga molto meno quando siamo davanti alla Parola di Dio», ha considerato Vignolo annunciando anche l’incontro ecumenico di preghiera che si terrà quest’anno il 25 maggio presso la chiesa battista di Lodi. «La Parola rigenera, tanto è vero che la Chiesa è prima di tutto un popolo di figli, ma anche sposa e madre». E la capacità di rigenerare l’ha ben sviscerata don Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Bologna, che nella seconda parte della mattinata ha tenuto un laboratorio sull’esperienza di fede. Rileggendo il brano della guarigione della figlia di Giairo, ha mostrato un possibile accompagnamento degli adulti alla riscoperta dell’esperienza di fede, magari attraverso quei verbi che ciascuno può individuare nel testo, da solo o in gruppo.

Goffredo Boselli, monaco della comunità di Bose e originario di Casalpusterlengo, è intervenuto invece a illuminare quella speciale forma di proclamazione della Parola che è la Liturgia, con i significati di Libro, ambone, figura del lettore e importanza della voce nella proclamazione della Parola.

Raffaella Bianchi

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