La festa del beato don Vincenzo Grossi

Lunedì 7 novembre la Messa presieduta dal vescovo Merisi

Le Figlie dell’Oratorio sono in attesa della grande festa, come ogni anno. Lunedì 7 novembre alle 18 nella cappella della Casa madre in via Gorini, 27 a Lodi ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica in onore del beato don Vincenzo Grossi, fondatore delle suore “Figlie dell’Oratorio”, presieduta dal vescovo di Lodi Giuseppe Merisi. «Sua costante preoccupazione è stata la gioventù - aveva detto monsignor Merisi in una delle omelie prinunziate per il beato - per la quale diviene un saggio ed efficace educatore». Resosi conto personalmente della difficile situazione religiosa della gioventù femminile, costituisce un gruppo di giovane donne, disponibili a collaborare con i sacerdoti nelle attività pastorali, con particolare attenzione alle giovani. Don Vincenzo muore il 7 novembre 1917 e viene beatificato il primo novembre 1975 da Paolo VI, che lo addita come esempio a tutti i sacerdoti e ai parroci. Queste furono le parole di Paolo VI in quell’occasione: «Don Vincenzo Grossi, nella solidità delle sue generose virtù, nascoste nel silenzio, purificate dal sacrificio e dalla mortificazione, raffinate dall’obbedienza, ha lasciato un solco profondo nella Chiesa che oggi lo propone a modello e lo prega come intercessore». Il carisma delle Figlie dell’Oratorio è ispirato alla vita e agli insegnamenti del santo patrono (Filippo Neri) e del beato fondatore: spirito di umiltà, di sacrificio, di carità e di gioia nel servire, nell’associazione alla Pasqua di Gesù. Un prete, don Grossi, la cui fama di santità di vita permane intatta, soprattutto nel cremonese e nel lodigiano. Basta prendere tra le mani la biografia scritta dallo storico cremonese don Carlo Bello per verificare l’intensa opera pastorale compiuta da questo sacerdote la cui semplicità e umiltà si riflettono come tratti caratteristici dal volto stesso. Umile nel suo vivere, fedele nel quotidiano e forte nella vocazione sacerdotale, così appare don Vincenzo Grossi. “L’amore di Dio se piglia possesso di un cuore - scrive lo stesso don Grossi nel brano riportato nell’invito alla Messa del 7 novembre preparato dalle suore - è come un liquore misterioso che lo penetra, lo inebria, lo rapisce; è una cosa che nulla ha a che fare con le gioie della terra perchè va a consolare l’anima umana nell’intima parte”. Alla celebrazione oltre ai sacerdoti possono partecipare anche i fedeli che lo desiderano, che come ogni anno saranno molto numerosi

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