
In preghiera al sepolcro di Papa Francesco, tra attesa e speranza
ROMA Anche il vescovo Maurizio con i pellegrini a Santa Maria Maggiore
C’è anche il vescovo Maurizio nella lunga fila di pellegrini che in questi giorni, dopo il funerale e la tumulazione del santo Padre, hanno voluto visitare il luogo di sepoltura del Pontefice. Come è stato scritto più volte in questi giorni, Papa Francesco aveva espresso la volontà di essere sepolto non in San Pietro, come i suoi predecessori, ma nella basilica di Santa Maria Maggiore. Un luogo di culto in cui il Pontefice era solito recarsi in preghiera ogni qual volta si recava a Roma, anche prima dell’elezione al soglio pontificio, un luogo che testimonia la devozione mariana di Francesco.
“Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura - scrisse il Papa nel suo testamento -. [...] Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”.
“Francesco” è l’unica scritta incisa sulla lapide, a testimonianza della vocazione alla semplicità che ha rappresentato, in un certo senso, l’ideale di concreta profondità evangelica del suo pontificato.
Un nome, una rosa bianca appoggiata sulla lapide e, sul muro restrostante, la riproduzione della umile croce che il Papa ha portato con sé fin dal giorno della propria ordinazione episcopale.
Il vescovo Maurizio si è recato presso la tomba del Pontefice per portare un saluto e una preghiera di suffragio a nome dell’intera diocesi di Lodi, che nei giorni scorsi ha partecipato con oltre 5oo giovani al Giubileo degli adolescenti che si è tenuto a Roma.
Sono giorni di mestizia e speranza, di curiosità e caos che la capitale sta vivendo in attesa dell’elezione del successore di Francesco. Da una parte le delegazioni internazionali accorse per i funerali, le telecamere puntate sui palazzi apostolici e la folla di pellegrini del Giubileo che riempie le strade, dall’altra la semplicità silenziosa della tomba dove riposa Papa Francesco, un invito alla riflessione e alla preghiera. Un invito alla preghiera come quello che Jorge Maria Bergoglio ha rivolto a chi lo accoglieva festante sotto la Loggia delle benedizioni, subito dopo la “fumata bianca”, e che risuona ora come rifugio sicuro di speranza per il cuore.
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