Il vescovo incoraggia i carcerati:

«Il Natale, gioia anche nel dolore»

Un detenuto scrive

al Papa: «Preghiamo per i giorni perduti e per quelli che recupereremo con le nostre famiglie»

«Papa Francesco insiste in ogni occasione sul tema della gioia, invita a vivere misericordia e gioia. Ma come possiamo vivere nella gioia anche quando si è nella difficoltà e nelle sofferenze? Lo possiamo perché viviamo nella serenità in quanto sappiamo che il Signore c’è, ci vuole bene e può far tutto». Così monsignor Merisi ha parlato ieri pomeriggio ai detenuti della casa circondariale di Lodi, nella Messa celebrata in occasione del Natale.

«Il Natale è un fatto storico, accertato, avvenuto. Sappiate che noi crediamo in un fatto storico. E dopo la prima venuta nel mondo di Gesù, e prima della venuta finale, c’è anche un modo di Dio di rendersi presente nel segreto del nostro cuore, nel Battesimo, nella Confessione, nello Spirito Santo che opera nella nostra coscienza e ci chiede di abbandonare ogni attaccamento al male e orientarci al bene». Un orientamento al bene sottolineato anche nella formula particolare scelta per il “Credo” e che ha sancito, per i detenuti che non ne avevano ancora avuto occasione, la chiusura dell’Anno della fede.

Monsignor Merisi visita ogni anno la casa circondariale di via Cagnola dove celebra la Messa di Natale e Pasqua e ieri ha regalato un panettone a ciascun detenuto. Con Merisi c’erano il segretario don Roberto Arcari, il cappellano del carcere don Luigi Gatti, il diacono Manuele Veronesi, il seminarista Roberto Pozzi. Tra i fedeli un rappresentante per gli agenti e tanti volontari che in modo costante sono presenti in carcere e che oggi, come ogni sabato, consegneranno una copia del «Cittadino» per ogni cella.

«Il periodo di Natale in carcere avrà tanti appuntamenti, vivremo anche la serata dei bambini e la serata dei giochi, ma la Messa ogni anno apre queste giornate» ha detto il direttore del carcere, Stefania Mussio, portando il suo saluto.

Un coro di volontari e detenuti, diretti da Eugenio Ferrari, ha eseguito i canti della Messa. Il Padre nostro è stato recitato in italiano e poi in spagnolo e in romeno; il vescovo ha infine distribuito la Comunione e dopo la benedizione ha incontrato i detenuti ad uno ad uno, regalando un’immaginetta natalizia.

Nella sala polivalente che ha ospitato la Messa, con le quattro candele accese sull’altare per ogni settimana di Avvento, un po’ di emozione si è sentita anche attraverso la lettera che un detenuto ha scritto a Papa Francesco. «Noi tutti carcerati auguriamo buon Natale a chi soffre, serenità e lavoro a tante famiglie – ha scritto tra l’altro -. Preghiamo per tutti i giorni perduti e quelli che recupereremo con le nostre famiglie. A lei e al nostro Vescovo auguriamo buon Natale, con affetto e amore da tutti i detenuti di Lodi». Francesco riceve moltissime lettere, forse non potrà rispondere a tutte, ma intanto da via Cagnola sono già partiti gli auguri di Natale per il Papa.

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