Il vescovo alla messa della festa patronale di Casale: «Una società plurale non abbandoni i deboli»

L’appello di monsignor Malvestiti alla solidarietà

Il vescovo Maurizio affida Casalpusterlengo all’intercessione di San Bartolomeo Apostolo: l’irreversibile cammino verso la Comunità pastorale, l’edificazione di una società plurale e la paternità e la maternità, caratteri irrinunciabili dell’umano non surrogabili. Accolto sulle note del corpo bandistico Orsomando, domenica il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti ha presieduto la Santa Messa solenne nella festa patronale di San Bartolomeo. Alla celebrazione hanno partecipato autorità civili, militari, il mondo associativo e anche la dirigente scolastica del comprensivo Pasqualina Lucini Paioni, giunta alla pensione, cui è andato il grazie della comunità. Il sindaco Elia Delmiglio ha fatto dono dei tradizionali ceri e di una torta di Casale.

«La presenza delle autorità civili e militari, delle varie espressioni sociali e culturali costituisce un’opportunità felice per ribadire l’innegabile forza dell’incontro - ha spiegato monsignor Malvestiti -: edificheremo una società plurale, che scorge nelle diversità l’incremento dell’unità per non abbandonare nessuno, specie i più deboli, cercando di integrare ciascuno facendone risorsa comune». Con riferimento alle Scritture, il vescovo Maurizio ha sottolineato: «Isaia indica ciò che San Bartolomeo è per Casale, un “padre”: la festa patronale nel suo contenuto più vero allude alla paternità e maternità che generano e rigenerano figli e figlie nel corpo e nell’anima, rendendoli fratelli e sorelle, tutti, e preparandoli a divenire a loro volta padri e madri; il Vangelo completa la festa patronale, regalandoci la professione di fede di Pietro che è rivelazione - ha aggiunto -, soltanto attorno ad essa fiorisce il carisma apostolico, attorno alla sicurezza che viene solo da Dio, “il Padre che è nei cieli”: è la tremenda assenza di paternità e maternità autentiche a vanificare gli sforzi educativi intergenerazionali che devono sciogliere da ciò che passa e legare ai caratteri irrinunciabili dell’umano, per primo paternità e maternità - ha ammonito il vescovo -, non si dà surroga al riguardo e questa non è chiusura culturale, è realismo della fede che parla all’umano, conoscendone il segreto anzi, custodendone la chiave interpretativa».

Ricordando l’udienza concessa il 26 agosto di un anno fa da Papa Francesco ai lodigiani per la consegna del Libro Sinodale, il vescovo Maurizio ha concluso: «Il futuro della Chiesa sta nell’andare all’essenziale, alle sorgenti». Per questo, da Casalpusterlengo il vescovo Maurizio ha esortato la diocesi di Lodi a partecipare il 30 settembre in piazza a Lodi alla Santa Messa del Congresso Eucaristico. A tutti giungerà l’invito ad entrare nel cuore pulsante dell’amore di Dio in Cristo Gesù partecipando ogni domenica alla mensa pasquale della universale fraternità.

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