Il ricordo del padre Cappuccino

Pochi in Diocesi di Lodi hanno già avuto occasione di incontrare o conoscere monsignor Malvestiti, ma c’è chi ha condiviso con lui gli anni giovanili e tuttora mantiene il legame con il vescovo eletto di Lodi.

Si schermisce con un sorriso padre Vitale Maninetti, che dal settembre 2008 è parroco di Maria Madre del Salvatore e superiore della comunità dei frati Cappuccini di Casale, ma poi si lascia convincere e racconta: «Io sono di Clusone e lui d’estate veniva in vacanza lì, abbiamo la stessa e età e ci siamo conosciuti quando eravamo adolescenti; ogni anno ci ritrovavamo presso il sacerdote di quella comunità».

Ieri il frate era in vescovado per all’annuncio dato da monsignor Merisi, in rappresentanza della comunità di Cappuccini che guida a Casalpusterlengo e al termine della breve cerimonia racconta di un’amicizia intessuta della fede e della vocazione che univano i due ragazzi di allora e gli uomini di oggi: «Lui è entrato in seminario dopo la maturità - ricorda il religioso - aveva finito le superiori quindi intorno ai 19 anni, poi il periodo della formazione e l’iter verso il sacerdozio li abbiamo vissuti insieme. L’ultima volta che l’ho visto è stato a Roma l’anno scorso e in quell’occasione abbiamo celebrato insieme sull’altare di Papa Giovanni».

Padre Maninetti conferma ciò che emerge dalle parole di sindaco e parroco del paese natale di monsignor Malvestiti: il nuovo vescovo di Lodi è legato alle sue origini, alla sua terra e alla sua gente: «Torna ancora a Clusone e diverse volte ha portato con sé qualche vescovo orientale» racconta facendo riferimento all’impegno ventennale dell’amico nella Congregazione per le Chiese Orientali.

«È una persona veramente vivace e affabile - assicura il Cappuccino - cordiale verso le persone che conosce» e poi conclude con un pizzico di orgoglio di parte: «Arriverà nella Diocesi di Lodi portando tutta la forza del suo spirito bergamasco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA