Il Papa arriva a Firenze

(Aggiornamento ore 17 di martedì 10 novembre)

“L’umanesimo, di cui Firenze è stata testimone nei suoi momenti più creativi, ha avuto sempre il volto della carità. Che questa eredità sia feconda di un nuovo umanesimo per questa città e per l’Italia intera”. Sono le parole conclusive dell’omelia di Papa Francesco nella Messa allo stadio Franchi di Firenze, presenti più di 50mila persone. Tanti ombrellini bianchi sono in questo momento sulle gradinate: sono il simbolo dell’Eucarestia, che viene distribuita dai sacerdoti in ben seicento pissidi realizzati dagli artigiani per questa giornata. E mentre la celebrazione volge al termine e sta per compiersi il saluto a Papa Francesco, che fra poco lascerà Firenze, attorno allo stadio le colline fiorentine raccolgono ancora il sole di questa splendida giornata. Dopo la Messa i delegati torneranno alla Fortezza da Basso per i primi dialoghi sulle cinque «Vie» del Convegno ecclesiale.

(Aggiornamento ore 14 e 30 di martedì 10 novembre)

Seggioline viola dell’Ac Firenze allo stadio Franchi, quasi tutte occupate: alle 15, quando inizierà la Messa presieduta da Papa Francesco, saranno 50mila le presenze. Gli ultimi delegati al quinto Convegno ecclesiale italiano stanno arrivando in navetta dalla Fortezza da Basso, e tra loro c’è anche la delegazione lodigiana. A 29 anni dall’ultima presenza di un Pontefice al Franchi (era il 1986 con Giovanni Paolo II, e prima ancora il 1966 con Paolo VI appena dopo l’alluvione di Firenze), lo stadio del capoluogo toscano accoglierà Papa Francesco, che ha appena pranzato con i poveri della Caritas. In curva al Franchi ci sono i gruppi delle altre diocesi toscane, dietro l’altare i ragazzi delle scuole e i piccoli della Fiorentina in tuta viola. Sul maxischermo è comparso in diretta Giacomo Biancardi di Tele Pace, che dalla sala stampa in città ha intervistato Ernesto Olivero. Don Bassiano Uggè della Giunta del Comitato preparatorio sta facilitando l’entrata di chi deve raggiungere il palco. Sotto la tribuna stampa, dove è presente anche “Il Cittadino”, un sacerdote ha tradotto il rosario che tutto lo stadio ha pregato in linguaggio per le persone sordo mute. Ci sono poi 1200 ragazzi diversamente abili, più di 1300 sacerdoti, i volontari, i detenuti di Sollicciano, Prato ed Empoli. E i delegati delle diocesi italiane che fino a venerdì partecipano al convegno ecclesiale nazionale “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

(Aggiornamento ore 12 di martedì 10 novembre)

“Ai vescovi dico: siate pastori. Non di più. Solo pastori. Sia questa la vostra gioia”. Ecco un altro passaggio di papa Francesco, questa mattina in Duomo a Firenze. Bergoglio è ora uscito da Santa Maria del Fiore e sta incontrando gli ammalati alla basilica della Santissima Annunziata, per poi pranzare alla Caritas di Firenze che ha sede nella stessa piazza. I delegati delle diocesi di tutta Italia stanno invece raggiungendo la Fortezza da Basso, da dove con le navette raggiungeranno lo stadio Franchi. Qui alle 15.30 Papa Francesco celebrerà l’Eucarestia.

(Aggiornamento ore 11 e 10 di martedì 10 novembre)

C’è anche don Camillo nel discorso di Papa Francesco ai delegati delle diocesi di tutta Italia. Per la sua vicinanza alla gente e per la preghiera semplice.

È un discorso che dialoga con gli applausi delle persone che lo ascoltano nel Duomo di Firenze, quello di Bergoglio. Applausi che non possono non scaturire se Papa Francesco, come ha appena fatto, pronuncia parole come queste: «Non dobbiamo essere ossessionati dal “potere”, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all’altezza della sua missione. I sentimenti di Gesù ci dicono che una Chiesa che pensa a se stessa e ai propri interessi sarebbe triste. Una Chiesa che presenta questi tre tratti – umiltà, disinteresse, beatitudine – è una Chiesa che sa riconoscere l’azione del Signore nel mondo, nella cultura, nella vita quotidiana della gente. L’ho detto più volte e lo ripeto ancora oggi a voi: “preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti” (Evangelii gaudium, 49)».

(Aggiornamento ore 11 di martedì 10 novembre)

«Umiltà e disinteresse»: sono i due sentimenti che, accanto a quello della «beatitudine», Papa Francesco indica alla Chiesa, intervenendo nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, in occasione del Convegno Ecclesiale nazionale della Cei.

Il Papa predica «umiltà: l’ossessione di preservare la propria gloria, la propria dignità, la propria influenza, non deve far parte dei nostri sentimenti». E raccomanda poi «disinteresse: dobbiamo cercare la felicità di chi ci sta accanto. L’umanità del cristiano è sempre in uscita, non è narcisistica, autoreferenziale» perché «quando il nostro cuore è ricco ed è tanto soddisfatto di se stesso, allora non ha più posto per Dio».

Infine, «la beatitudine: il cristiano è un beato, ha in sé la gioia del Vangelo. Certo - osserva - se noi non abbiamo il cuore aperto allo Spirito Santo, sembreranno sciocchezze, perché non ci portano al successo. La beatitudine è una scommessa laboriosa, fatta di rinunce, ascolto e apprendimento, i cui frutti si raccolgono nel tempo, regalandoci una pace incomparabile».

(Aggiornamento ore 10 e 30 di martedì 10 novembre)

Papa Francesco è apparso particolarmente colpito dagli interventi di alcuni laici in apertura dell’evento nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Prima ha parlato Francesca Masserenti, una giovane madre che ha compiuto un percorso di fede negli anni. Il racconto del suo avvicinamento a Cristo è stato ascoltato con grande attenzione da Papa Francesco, il quale, alla fine delle parole, si è avvicinato alla donna abbracciandola e accarezzando poi con grande dolcezza il bambino di lei. Poi, con altrettanta attenzione, il Papa ha ascoltato le parole di Pierluigi e Gabriella, due sposi che hanno condiviso il matrimonio dopo precedenti esperienze coniugali fallite. I due hanno raccontato, con grande semplicità, la loro esperienza al Papa. Il Santo Padre, anche con loro, alla fine dell’intervento, ha riservato un caloroso saluto.

(Aggiornamento ore 10 di martedì 10 novembre)

Il Duomo Firenze è pieno al limite della sua capienza. Per raggiungere l’altare della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Papa Francesco ci ha messo alcuni minuti. Accompagnato da un continuo applauso da parte di migliaia di persone, dei cardinali e dei tanti partecipanti al convegno ecclesiale nazionale. Durante il suo percorso, nella navata centrale della Cattedrale, il Papa si è soffermato a più riprese stringendo mani e accarezzando alcune teste, soprattutto di bambini e malati. Poi, il Papa ha preso posto sulle sedie sistemate davanti all’altare maggiore per l’inizio dell’evento.

(Aggiornamento ore 9 e 30 di martedì 10 novembre)

“Facciamo l’uomo” sono le parole di Dio al momento della creazione dell’uomo. Un’espressione al plurale, perché anche se Dio è unico, non vuole agire da solo. C’è l’uomo stesso, l’alterità. Da qui è partita la riflessione spirituale di don Massimo Naro, docente di teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Sicilia, appena intervenuto nel Duomo di Firenze dove è in corso il quinto Convegno della Chiesa italiana dal titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Ha detto don Naro ai delegati e ai vescovi provenienti di tutte le diocesi d’Italia: “Anche il nome Adamo significa “essere tratto dalla terra”. Nel testo biblico si dice che l’uomo dovrà coltivare e custodire il creato, due verbi che letteralmente significano “servire” e “osservare” “. Considerando invece le delegazioni diocesane arrivate da tutta Italia, fa notare il direttore del “Cittadino” Ferruccio Pallavera: “Lodi si distingue per aver inserito nella delegazione due giovani, fattore invece che altri non hanno per nulla. L’età media delle delegazioni in generale è molto alta. Lodi si connota diversamente”. Intanto cresce l’attesa in Santa Maria del Fiore: per le 10 è previsto l’arrivo di Papa Francesco.

(Aggiornamento ore 7 e 30 di martedì 10 novembre)

È tutto pronto nel Duomo di Firenze per l’arrivo di Papa Francesco. Dall’alba sono in servizio in Santa Maria del Fiore anche i lodigiani don Bassiano Uggè e Vittorio Sozzi, che fanno parte della Giunta del Comitato preparatorio al quinto Convegno ecclesiale (in corso questa settimana nel capoluogo toscano). “Il Cittadino” è presente tra i giornalisti, cui è stata riservata l’ala sinistra rispetto all’altare dove sarà il papa. Per la stampa alle 8.30 gli agenti della sicurezza chiuderanno gli accessi, così come per i delegati che stanno prendendo posto in questo momento nel Duomo. Sono già arrivati tra i vescovi anche monsignor Maurizio Malvestiti e monsignor Giuseppe Merisi.

Bergoglio incontrerà i partecipanti al Convegno nazionale della Chiesa italiana tra e 10 e le 11.30, poi ancora nel pomeriggio allo stadio Franchi dove presiederà la celebrazione eucaristica.

(Lunedì 9 novembre)

Sul Cittadino i servizi e le immagini dei nostri inviati dal Convegno della Chiesa Italiana a Firenze, dove martedì è previsto l’arrivo di Papa Francesco. La delegazione lodigiana è guidata dal vescovo monsignor Maurizio Malvestiti, accompagnato dal vescovo emerito monsignor Giuseppe Merisi. Nel Duomo di Firenze oggi c’erano poi i lodigiani che fanno parte della Giunta del Comitato preparatorio al quinto Convegno ecclesiale, Vittorio Sozzi e don Bassiano Uggè, oltre al monaco di Bose e liturgista Goffredo Boselli.

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