Il 5 febbraio la giornata per la vita

Celebrazioni nelle parrocchie, incontri e riflessioni

È sempre un bel momento per la Chiesa: dare lode a Dio per il dono della vita. Si celebra ogni anno nella prima domenica di febbraio, quest’anno sarà il giorno 5, la tradizionale “Giornata per la vita” promossa dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), intensamente vissura dalle parrocchie con la Messa al cui interno viene letto e commentato il messaggio dei Vescovi italiani.

Lo farà anche il vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi nella celebrazione di domenica 5 febbraio alle 18 in cattedrale.

All’interno della Santa Messa, subito dopo l’omelia, è previsto, ormai è diventata una tradizione, la benedizione delle mamme in attesa che liberamente saranno presenti alla celebrazione in quella giornata. Anche altre parrocchie prevedono l’analogo rito.

«La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri»: si apre con queste parole il messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 34ª Giornata nazionale per la vita, che verrà celebrata il 5 febbraio .

Il titolo del messaggio reso noto nei giorni scorsi è “Giovani aperti alla vita”. «Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti – scrivono i Vescovi - si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica». Come da tradizione nei messaggi precedenti, anche in quello per la prossima Giornata nazionale i Vescovi fanno riferimento al tema centrale della difesa della vita dal suo sorgere al suo tramonto naturale.

Affermano infatti che «l’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso».

Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stesso»: lo sottolineano in un altro punto i Vescovi nel messaggio, aggiungendo che molti giovani, «in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura della vita».

Nel testo si afferma poi che «è una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, la rilancia a tutti – adulti, istituzioni e corpi sociali –, perché chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il futuro». «Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti – annotano più avanti -. È un servizio spesso silenzioso e discreto, che però può ottenere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia migliore, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltà».

Il messaggio si chiude con il pensiero che «la vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio».

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