«Ha messo le sue conoscenze al servizio della Chiesa»

Monsignor Paolo Braida ha conosciuto da vicino il Pontefice emerito e in queste ore è accanto a Papa Francesco: «Una persona di fede, mite e gentile, che parlava alle persone, non alle folle. Un grande intellettuale che ha segnato la storia della nostra epoca»

Monsignor Paolo Braida è Capo Ufficio nella Segreteria di Stato vaticana e risiede alla Casa Santa Marta. Già dal pomeriggio di sabato 31 dicembre, poco dopo che la notizia della morte di Benedetto XVI si era diffusa, don Paolo è stato disponibile a condividere con “Il Cittadino” la sua testimonianza sul Papa emerito.

Il ritratto

«Un tratto della sua persona è la gentilezza, cui accennerà anche Papa Francesco oggi pomeriggio – ci ha anticipato, riguardo il discorso che un’ora più tardi il Pontefice avrebbe tenuto in San Pietro -. Ho un ricordo di quando Benedetto non era ancora Papa, ma cardinale. Capitava di incontrarlo attraversando piazza San Pietro in certi orari, quando lui andava al lavoro. Pur non avendo una conoscenza personale - era un prete che lo incrociava - lui sempre salutava, togliendosi il cappello, un basco nero che portava di solito prima di essere Papa, e faceva un piccolo cenno con il capo e salutava. Vorrei ricordare la grande gentilezza della persona che non è solo un tratto esterno – sottolinea monsignor Braida -. Infatti una seconda caratteristica è questa: una persona mite. Lui è stato un uomo di potere. Per vent’anni e più è stato a capo della Congregazione per la dottrina della fede, la massima autorità sotto il Papa dal punto di vista dottrinale. E poi naturalmente come Papa. Però è sempre stato una persona molto mite. Le persone gentili a volte, quando contraddette o quando incontrano opposizione, possono diventare un po’ dure. Invece la mitezza è in lui un tratto spiccato. Anche quando ha incontrato opposizioni. C’era su di lui questa caricatura di essere un uomo freddo, duro – esplicita don Paolo -. Del tutto falsa. Era un uomo molto sensibile e dolce e molto attento alle persone. Attento anche ai familiari. Chiedeva sempre: “Come sta la mamma?”, ricordando fatti, problemi. Era più portato al contatto personale che alle masse».

La cultura come servizio

Monsignor Braida ci regala una riflessione “da vicino”. Dice: «Un altro tratto che vorrei sottolineare riguarda la sua capacità intellettuale. Posso testimoniare che era una persona che sapeva fare sintesi molto felici sulle grandi questioni sia teologiche ma anche della cultura e politica. Non un teologo “astratto”. Era un uomo di grande sintesi tra Scrittura, Padri della Chiesa, teologia sicuramente e anche problemi attuali, sia della vita della Chiesa che del mondo, su temi ad esempio come ecumenismo, dialogo interreligioso. Sempre con una capacità di sintesi teologica straordinaria. E poi noi lo abbiamo visto, lavorando con lui: la grande attenzione alle Scritture, all’esegesi, che è tipica del mondo tedesco, l’essere rigorosi, precisi. E lo chiedeva anche a noi. Non per qualcosa fine a sé stessa ma per trovare risposta ai problemi di oggi».

In particolare, afferma monsignor Braida: «Quando uscirono i suoi tre volumi su Gesù di Nazareth, qualcuno disse: “Fa ancora i libri quando dovrebbe fare il Papa”. In realtà in quei libri fa il Papa: ha messo al servizio di tutta la Chiesa le sue conoscenze, il suo bagaglio teologico su Gesù in modo accessibile a tutti. Al centro di tutta la Chiesa ci sono la vita e il mistero di Gesù. Quei tre volumi rappresentano la sintesi del suo Pontificato. Pietro che spiega Gesù alla gente del suo tempo, con tutte le conoscenze accumulate nella vita».

Oggi

E don Paolo, come vivrà questi giorni? «Secondo il mio lavoro di aiutare Papa Francesco nei suoi testi – ci ha detto -. Siamo tutti un po’ mobilitati, ciascuno con la propria competenza, ad aiutare il Santo Padre in questi giorni, già a partire da questa mattina (31 dicembre 2022, appena avuta la notizia della morte del Pontefice emerito, ndr). Nei prossimi giorni andrò a far visita alla salma di Benedetto XVI e sarò al lavoro per seguire l’attività del Papa. Papa Francesco ha già preparato l’omelia per i funerali, l’ha scritta in spagnolo e dobbiamo provvedere alle traduzioni».

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