GMG2023 Ultima tappa con la Messa nella Sagrada Familia

«Un’esperienza di fede e condivisione forte ed emozionante»

Partiti da Lisbona domenica pomeriggio, dopo una notte in pullman i 250 giovani lodigiani insieme a Pavia e Vigevano, di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù, ieri mattina hanno fatto tappa a Barcellona. Nel tardo pomeriggio alla Sagrada Familia hanno partecipato alla Messa insieme ad altre diocesi lombarde. Faranno ritorno a Lodi oggi. E intanto qualcuno condivide una riflessione.

«Per molti di noi era la prima esperienza alla Gmg - dicono Andrea Biondi, Matteo Cavalloni, Filippo Forni, Luigi Invernizzi, Francesco Losi e Matteo Manzoni, quasi tutti di Castiglione e uno di Turano -. Oltre ai vari momenti di fraternità in cui abbiamo sperimentato quanto la fatica possa essere condivisa con i propri compagni di viaggio, della propria parrocchia, diocesi, nazione, anche con ragazzi e ragazze provenienti dal resto del mondo, abbiamo apprezzato molte altre situazioni particolari. Durante le catechesi del vescovo Lauro dell’arcidiocesi di Trento e del nostro vescovo Maurizio, abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con giovani di altre diocesi su temi importanti e attuali come l’ecologia integrale e l’amicizia sociale. Alla Via Crucis, alla Veglia con l’adorazione eucaristica e nella Messa conclusiva ci ha colpito la forte consapevolezza di essere parte di un’unica grande famiglia cristiana, unita nelle diversità in nome di Cristo. Lo stesso Papa Francesco - aggiungono - ha sottolineato l’importanza del camminare insieme, ma ancor di più l’aiuto reciproco che possiamo dare l’un l’altro, affermando: “L’unico momento in cui possiamo guardare un nostro fratello o sorella dall’alto verso il basso è quando lo aiutiamo a rialzarsi”. Seppure i fedeli presenti fossero circa un milione e mezzo, è stato emotivamente coinvolgente il profondo silenzio creatosi durante la Veglia notturna. Tutti erano orientati a guardare Gesù, ad ascoltarlo, a viverlo, ognuno con le sue paure, le sue fatiche, le sue speranze, i suoi sogni».

Alice di Maleo dichiara: «Porterò nel cuore questa esperienza con le sue fatiche ma anche con le grandi emozioni e gioie che mi ha regalato». E Antonella, della stessa parrocchia: «Tutto quello che ha detto Papa Francesco toccava il cuore. Mi è piaciuto il passaggio sulle radici: noi tutti abbiamo delle radici di gioia che sono i nostri genitori, amici, nonni, sacerdoti, catechisti, insegnanti, educatori: da loro che ci hanno portato questa luce e ce l’hanno condivisa, da lì dobbiamo pescare questa gioia e trasmetterla agli altri, per rialzarci noi stessi ma anche per rialzare coloro che sono in difficoltà e che hanno bisogno di un sostegno». E aggiunge: «Siamo molto contenti di aver condiviso con gli altri giovani della diocesi questa Gmg. Abbiamo fatto tante nuove amicizie. Non vediamo l’ora di raccontare quello che abbiamo vissuto alla nostra comunità e ai nostri amici e di portare la gioia di questa giornata a tutti gli altri».

Marco Faversani di Sant’Angelo confida: «È stata un’esperienza forte e molto emozionante, ci siamo commossi molto. Quello che ha lasciato il Papa e quello che si condivide con gli altri ragazzi è veramente tanto». Infine, Sara Riminitti di Codogno, alla sua quinta Gmg. «Prima sono stata a Roma 2000, Colonia 2005, Madrid 2011 e Cracovia 2016. Nel 2000 non avevo ancora 18 anni, nel 2011 ero responsabile di un gruppo di ragazzi della mia parrocchia, nel 2016 e oggi ho un ruolo di coordinamento dell’Ufficio di pastorale giovanile. Questa volta ho un’età diversa e accusato alcune fatiche, ma è stata un’occasione in cui, come sempre, si raccoglie tantissima grazia e tantissimi doni. La cosa più bella è che puoi vedere l’entusiasmo negli occhi dei ragazzi giovani, in cui ritrovo l’entusiasmo che avevo io a 18 anni. Sono convinta che abbiano percepito, in mezzo a un milione e mezzo di coetanei, il respiro universale della Chiesa, la bellezza che c’è nella Chiesa, la gioia del Vangelo e anche la possibilità di condividere le fatiche, le difficoltà, i dubbi che comunque ci accomunano tutti, in tutte le parti del mondo».

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