Gli auguri del vescovo Maurizio alla comunità lodigiana

Cari lodigiani e lodigiane, il mio augurio molto cordiale troverà conferma per ciascuno di voi nelle celebrazioni natalizie in Cattedrale. Sono al mio terzo Natale e desidero confidarvi che non riesco a parlare tra noi di “lontani” e “vicini”. Mi sento “a casa” con tutti, indistintamente, e sento ciascuno “di casa”. A Natale, poi, la comunità ecclesiale e quella civile si confondono volentieri ad alimentare la comune appartenenza, che ritroverà se stessa ancora di più nella festa di san Bassiano. Così l’incoraggiamento per la vita che insieme stiamo conducendo si fa vicendevole. Ci convinciamo che è una opportunità per tutti portare i pesi gli uni degli altri nel perseguimento di una autentica dignità sulla base del lavoro, della educazione, della solidarietà nella condivisione delle aspirazioni, specie per il futuro dei giovani, e delle fatiche di molti, in modo particolare delle famiglie. L’obiettivo di una esistenza migliore per tutti deve essere considerato il primo investimento sociale.

La coesione della città e della nostra terra ha conosciuto in questo anno momenti veramente difficili. Forse la grande festa natalizia può contribuire a far riemergere un supplemento di verità e responsabilità nell’intera compagine sociale, che spinga, non a giudicare e tantomeno a condannare, bensì a ricomporre la possibilità per le istituzioni di riprendere al più presto l’indispensabile servizio al bene comune.

Ma è ancora l’insicurezza globale ad insidiare il Natale. Il terrorismo, instancabilmente, riemerge a coltivare la paura, che prima divide e poi semina quella inimicizia che il Bambino di Betlemme è venuto invece a debellare dalla carne dell’umanità. Il Natale ha ancora la forza di rincuorarci! Non la fragilità personale o addirittura il fallimento che possono affacciarsi nella vita di ciascuno avranno l’ultima parola. E nemmeno il nostro “inesorabile finire”, che avvertiamo nel venire meno di ogni cosa, di ogni progetto, di affetti e sentimenti, specie quando perdiamo le persone più care. C’è la possibilità di rinascere sempre! Lo assicura il Figlio di Dio, che è nato nel silenzio e nella insignificanza, e che sarebbe stato condannato alla insignificanza se Dio non avesse manifestato proprio nella debolezza la sua potenza. Quella dell’amore fino alla fine, che tutto sacrifica per non smentirsi mai. Per questo Bambino, che ci dà nel segno del Pane e del Calice la sua carne e il suo sangue e li sacrifica nell’amore per tutti, non potrà dirsi vincente la crudeltà cieca, che invece sacrifica i più innocenti ed indifesi. È guidata dalla ideologia più vendicativa perché incapace di ammettere, con la propria disumanità, la costitutiva infondatezza. Eventi tanto tristi - che sbeffeggiano “intelligence” sofisticate a livello continentale - fanno temere la sopraffazione. Il Natale non lo consente e disarma il timore. Ci fa ripartire con prudenza la più realistica alleata però ad incrollabile fiducia.

L’umanità non è abbandonata. Un cuore pulsa forte in ogni bimbo e in ogni giovane della terra. Gli dà vitalità il cuore del Figlio di Dio, al quale alludeva la porta giubilare che abbiamo varcato insieme. E l’immagine che ho scelto per il Natale 2016 attesta che anche una Madre, la più santa e immacolata, ha il cuore in mano per l’umanità che il Figlio ha sposato per sempre. Quella Madre è Maria ma anche la Chiesa, che nell’Eucaristia ritrova sempre il grande Cuore di Dio per ogni uomo e ogni donna. Buon natale e Buon anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA