Giovedì Santo, la Messa in “coena Domini”

Il vescovo Maurizio: «Chi ama si fa servitore di tutti»

Il ricordo dell’istituzione dell’Eucaristia, testamento d’amore di Cristo, è contenuto nelle parole che sono risuonate ieri sera in cattedrale, durante la lettura del Vangelo: «Li amò fino alla fine». L’amore di chi si mette al servizio degli altri, come ha ricordato il vescovo Maurizio, al punto da chinarsi per lavare i piedi degli apostoli, come erano soliti fare i servi. Il gesto simbolico di chi si umilia per essere glorificato, come accadrà, poche ore dopo, nella morte sulla croce.

La cerimonia della lavanda dei piedi ha visto protagonisti i bambini della prima Comunione: il vescovo li ha salutati con i loro genitori e li ha coinvolti anche durante l’omelia, nella quale ha espresso ancora una volta un pensiero di vicinanza alla Terrasanta, «testimone della morte e resurrezione che noi stiamo celebrando in questi misteri. Preghiamo perché torni la pace ovunque e si mantenga nei nostri cuori».

I cuori dei cristiani, in questi giorni, si aprono per accogliere il mistero sempre nuovo della Pasqua, quella certa speranza che è anticipata nel pane e nel vino dell’Eucarestia: «Fate questo in memoria di me, ha detto Gesù nel cenacolo. Gli apostoli hanno obbedito, e hanno continuato a compiere questo gesto, lasciandolo in eredità ai loro successori, i vescovi, che lo compiono con i sacerdoti, che proprio per questo sono stati ordinati, per compiere il sacramento dell’Eucarestia. Lo celebriamo in memoria di Cristo, unico vero sacerdote. Eucarestia è una parola greca che significa “ringraziamento”: uniti a Lui ancora oggi, dopo duemila anni, diventiamo vero ringraziamento e cresciamo nell’amore».

Le parole, tuttavia, non sono sufficienti per spiegare il mistero dell’Eucarestia, che si compie nella consacrazione, che è svelato anche nel rito della lavanda dei piedi: «Lavando i piedi degli apostoli - ha detto il vescovo Maurizio -, Cristo si fa servitore di tutti, specialmente di chi ha più bisogno. Questo gesto, quindi, è un invito ad amare nella santità di Gesù».

Dopo essersi intrattenuto amichevolmente con i bambini, che riceveranno la loro prima Comunione il prossimo 5 maggio, il vescovo si è rivolto agli adulti, con poche parole a insegnare che l’amore vince su tutto, persino sulla morte, che «è già stata sconfitta da Cristo proprio nella Pasqua». «L’amore non sacrifica nulla - ha detto -, ma si sacrifica. Al contrario, il potere non si sacrifica, e cerca invece di sacrificare gli altri. Preghiamo quindi per imparare sempre più a sacrificare noi stessi e non gli altri». Il gesto in sé dello spezzare il pane, del resto, rimanda al valore della condivisione, è anch’esso segno del Cristo che spezza se stesso per i discepoli, che si mette a loro disposizione, e invita ciascuno (non solo i sacerdoti, ma tutti i fedeli) a condividere se stessi mettendosi a disposizione degli altri, perché questo servirsi reciprocamente è il senso più profondo dell’amore reciproco che è il nuovo comandamento affermato da Cristo.

Non è mancata, tra le preghiere, anche quella per le vocazioni: «Perché i giovani trovino il coraggio di sacrificare la loro unica vita per Gesù, nella consapevolezza che non li deluderà mai» ha detto il vescovo Maurizio, accompagnato nella celebrazione anche dal vescovo emerito Giuseppe.

Con la Messa “in coena Domini” si aprono le celebrazioni del Triduo pasquale, che prendono avvio proprio dal ricordo dell’istituzione dell’Eucarestia, eredità di splendente offerta da Cristo alla sua Chiesa, in grado anche di illuminare la notte del dubbio, sul Monte degli Ulivi, la notte anche della paura in vista del destino del Venerdì Santo, ma davanti ai dubbi che ciascuno ha nella vita, davanti alle paure, risuona la frase di Gesù a Pietro, primo degli apostoli: «Quello che io faccio tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Il valore di questo affidamento a Cristo e al destino che il Signore ha messo nelle mani di ciascuno diventa così l’introduzione verso il cammino della Croce e della resurrezione in cui, secondo la fede cristiana, si compiono le promesse gloriose anticipate per ciascun essere umano.

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