Educare, frontiera dell’evangelizzazione

Pubblicato il nuovo piano pastorale del vescovo di Lodi Merisi

È uscito il nuovo piano pastorale del vescovo di Lodi Giuseppe Merisi. Abbiamo intervistato il vicario generale monsignor Iginio Passerini che ha presieduto la commissione diocesana preparatoria. Il vescovo di Lodi Merisi ha consegnato il piano pastorale domenica 26 giugno a una rappresentanza di sacerdoti, religiose e laici, al termine della processione del Corpus Domini.

Perchè un piano pastorale triennale?

«Come è avvenuto nel quinquennio precedente, la proposta del Vescovo, espressa nel Piano pastorale, risponde ad un progetto che non può essere né svolto, né assimilato nel periodo breve di un anno. Ha bisogno di essere sviluppato e sperimentato ai vari livelli diocesano, vicariale, parrocchiale, associativo. Richiede insomma tempo per poter percepire la complessità della proposta e la ricchezza degli spunti per il rinnovamento della pastorale».

Il tema del piano pastorale è. per così dire, in continuità con gli Orientamenti dei Vescovi italiani, presentato a Lodi da monsignor Crociata?

«Gli intenti di fondo del Piano sono di continuità rispetto al cammino precedente dedicato alla missione educativa della comunità cristiana, ma insieme anche di apertura alle sfide che il nostro tempo pone all’annuncio del Vangelo. Nella linea della continuità la nostra diocesi è stimolata dagli Orientamenti dei Vescovi italiani dedicati alla urgenza dell’educazione. Già molto è stato rivisto della proposta educativa nei Piani di questi ultimi cinque anni, riguardanti la riformulazione dell’impegno e investimento educativo di tutte le nostre comunità rivolto ai ragazzi e ai giovani. Ora si tratta di concentrare maggiormente gli sforzi sul mondo adulto, che è il primo ad essere provocato dalle sfide con cui fa i conti oggi il rapporto fede-vita».

Quale novità sono presenti rispetto ai temi già affrontati negli scorsi anni?

«Si tratta di cogliere anzitutto che l’educazione è una delle frontiere dell’evangelizzazione. Come ha detto il Papa “il compito educativo è parte integrante della missione che la Chiesa ha di proclamare il Vangelo”. E se l’impegno educativo rischia di essere considerato come un compito riduttivo rispetto alla missione evangelizzatrice, perché tratterrebbe la missione entro i confini del mondo ecclesiale, non si può dimenticare che l’evangelizzazione si compone sempre di due facce: quella che plasma costantemente la comunità cristiana nella sua adesione al Vangelo per custodirne l’autenticità e quella che porta ovunque il vangelo, senza trattenerlo per sé, oltre gli orizzonti del vissuto ecclesiale. Tenere insieme queste due facce è la preoccupazione del progetto di questi prossimi anni. L’intenzione è spingere le nostre comunità a non disattendere le potenzialità che un impegno educativo rinnovato porta in sé e allo stesso tempo cogliere nelle situazioni di vita e nei passaggi fondamentali dell’esistenza le potenzialità di apertura al Vangelo e di risveglio della fede. E questo con uno stile diverso, ben espresso dal titolo del documento: “In compagnia degli uomini: un annuncio che incontra la vita”. La “compagnia” non è la guerra di conquista, ma è la condivisione della vita, è la consapevolezza non mascherata della propria identità, ed insieme la disponibilità a riconoscere la verità e il bene che l’esperienza altrui ha da propormi».

Che cosa deve fare una parrocchia dopo aver preso visione del piano pastorale?

«Il Piano recepisce autorevolmente quanto è emerso dal confronto dell’Assemblea dello scorso marzo e, al di là degli ambiti sui quali si è discusso nei gruppi di lavoro (formazione adulti, oratorio, famiglia, mondialità, cittadinanza attiva), orienta la proposta di fondo su tre prospettive da tenere costantemente insieme e sullo sfondo delle scelte dei singoli anni: l’educazione nel contesto della nuova evangelizzazione, la fede nel suo aggancio con i momenti vitali dell’esistenza, la centralità dell’Eucaristia per la vita della Chiesa e la missione evangelizzatrice. Le comunità cristiane sono chiamate a leggere queste prospettive di rinnovamento e a farle maturare anzitutto al proprio interno, anche perché si tratta di prospettive auspicate autorevolmente dagli orientamenti dei Vescovi italiani per il decennio, dalla lettera dei Vescovi lombardi sulle sfide della fede, dal documento conseguente al Convegno di Verona e dall’evento del Congresso Eucaristico nazionale cui seguirà nel prossimo anno il Congresso eucaristico diocesano. In base a questo lavoro, che interessa anzitutto gli organismi di partecipazione, potranno poi maturare scelte di formazione degli adulti e di ricerca di vie nuove per la testimonianza del Vangelo, nella accoglienza delle indicazioni offerte dal Piano, ma anche nella formulazione di scelte adeguate alla propria situazione».

In particolare quali approfondimenti a livello diocesano-vicariale- parrocchiale in questo primo anno...?

«Il primo anno del percorso pluriennale è segnato da due eventi importanti: il Congresso Internazionale sulla Famiglia che si tiene a Milano e il Congresso eucaristico diocesano che si terrà nel settembre del prossimo anno. L’Eucaristia, nella prospettiva di centralità sopra accennata è attenzione obbligata nel suo riferimento alla famiglia, come cemento della relazione e nel suo ruolo indispensabile per attribuire significato e valore alla festa e al lavoro. Saranno questi due ambiti vitali, festa e lavoro, ad attirare la nostra attenzione anche nel percorso di preparazione unitario ai due eventi. La Commissione appositamente costituita per la preparazione al Congresso eucaristico diocesano sta lavorando in questo senso e offrirà una proposta complessiva con l’obiettivo di aiutare la preparazione del Congresso Eucaristico e di vivere il primo anno del nuovo percorso».

Nel piano pastorale si cita l’incontro internazionale della famiglia di Milano (2012). Quale è il collegamento?

«La Diocesi di Lodi sarà luogo di uno dei momenti principali della celebrazione del Congresso Internazionale sulla Famiglia. Il 31 maggio del prossimo anno si terrà a Lodi una delle sessioni previste nel programma del grande convegno. Saremo chiamati a offrire il nostro contributo di ospitalità e di gestione di un passaggio molto importante a risonanza internazionale. Lo dovremo inserire nel percorso che si sta elaborando. Ci misuriamo quindi con un cammino guidato dal progetto che è stato definito dal nostro Vescovo, ma segnato anche da eventi di portata superiore alla Chiesa locale. Ben lieti di questa comunione».

Giacinto Bosoni

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