Due amici, con lo stesso nome, ambedue vescovi

A memoria d’uomo non era mai capitato. Ma neppure sui libri di storia ecclesiastica ci si imbatte - almeno per la Lombardia - in un caso simile, che in queste ore sta coinvolgendo anche il Lodigiano e la sua diocesi. Due preti bergamaschi, ambedue nati nel medesimo anno, il 1953, e con il medesimo nome (Maurizio), consacrati sacerdoti lo stesso giorno, l’11 giugno 1977 - Maurizio Gervasoni e Maurizio Malvestiti - sono diventati vescovi a poca distanza di tempo l’uno dall’altro. Tutti e due vescovi in Lombardia. Il primo, Maurizio Gervasoni, è dal 20 luglio 2013 vescovo di Vigevano. Il secondo, Maurizio Malvestiti, si appresta a diventare vescovo di Lodi. È più unico che raro.

Ci è parso spontaneo contattare a tale proposito monsignor Gervasoni, originario di Sarnico, che chiaramente conosce molto bene il suo coetaneo e compagno di studi in Seminario. Monsignor Gervasoni ha svolto diversi incarichi a livello diocesano e di Curia bergamasca: direttore per l’ufficio della pastorale della cultura (1991-2010), direttore dell’ufficio per la pastorale sociale, del lavoro e dell’economia (1992-2001), direttore dell’ufficio per le associazioni, movimenti e gruppi (1992-2012), direttore dell’ufficio catechistico e liturgico (1997-2012), delegato vescovile per la formazione ed educazione del Popolo di Dio (1992-2012) e per l’annuncio della Parola e la Liturgia (1997-2012), presidente della Caritas diocesana (1993-2012). Nel 2012 il vescovo Francesco Beschi lo ha nominato vicario episcopale per la città di Bergamo e prevosto di Santa Lucia in Bergamo.

«Abbiamo frequentato insieme il Seminario - ha ricordato ieri al direttore del Cittadino il vescovo di Vigevano - insieme abbiamo studiato la teologia e insieme, diventati sacerdoti, ci hanno nominati vicerettori in Seminario a Bergamo».

«Monsignor Malvestiti - dichiara il vescovo di Vigevano - è un prete appassionato, felice del suo sacerdozio. È molto attento ai problemi della gente. Un uomo culturalmente di buon livello. L’esperienza nelle Chiese Orientali è stata molto importante. Gli ha giovato molto. Ha affinato la sua intraprendenza innata. È molto abile nel districarsi nelle vicende umane e in questi anni ha dimostrato di possedere una grande attenzione verso le comunità parrocchiali. Infine, da non dimenticare, è il suo alto livello teologico».

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