«Don Vincenzo Grossi si è fatto padre»

In via Gorini è stato presentato il nuovo libro edito dalla “San Paolo”

Di biografie del beato Vincenzo Grossi ce se sono tante - esordisce suor Rita Bonfrate - io ho cercato di affrontare questo argomento da un punto di vista diverso». Suor Rita ha così redatto la prima biografia del beato scritta da una suora delle “Figlie dell’Oratorio”, l’ordine da lui fondato. “Ecco, io e i figli che Dio mi ha dato” è il titolo del libro, con la straordinaria presentazione di monsignor Rino Fisichella, che, nato come tesi di dottorato, è stato edito da SanPaolo (356 paginr, euro 22) e presentato ieri pomeriggio presso la casa madre in via Gorini.

«La mia idea è stata quella di discostarmi dai precedenti studi e, senza nulla togliere alla scientificità dell’analisi storica, completarla con la mia esperienza all’interno dell’istituto». Dal libro infatti traspare il coinvolgimento personale, la passione per il tema, anzi, per la figura del beato, che ha avvicinato tante donne alla vita consacrata. Il punto di vista particolare con cui è stato redatto il libro è incentrato sulla paternità spirituale di un uomo, di un sacerdote che vedeva, in ogni persona che gli era affidata nella sua missione, un figlio in cui “generare la vita di Cristo”».

«Avrebbe potuto limitarsi ad educare i giovani ai valori laici, anche nobili, ma sarebbe stato solo un ottimo pedagogo; Don Vincenzo, invece, si è fatto padre».

Il beato non ha mai voluto farsi chiamare tale, tanto che nei suoi numerosi scritti non parla mai di paternità spirituale, ma questa sua vocazione traspare dalla sua quotidianità, dall’instancabile attività di parroco che, nonostante la fondazione dell’istituto, non ha mai abbandonato.

«Nelle conferenze sul sacerdozio, per esempio, - spiega l’autrice della biografia - parla della sua missione e si impegna per stimolare i sacerdoti all’impegno costante, alla vita ritirata e alla dedizione alla vocazione».Questa passione l’ha vissuta in prima persona, diventando guida di due comunità particolarmente difficili, l’una segnata da anni di cattiva amministrazione e l’altra «fredda e disinteressata», come gli scrisse il vescovo nell’affidargliela. In quella stessa lettera si trova però una parola chiave per tutta la predicazione di don Vincenzo Grossi: zelo. Con questo spirito egli ha affrontato tutta la sua vita, dedicandosi a un rapporto personale con i parrocchiani, soprattutto coi giovani, che infatti «facevano la fila fuori dal confessionale, suscitando un po’ d’invidia nel suo coadiutore». Lo stesso spirito di padre lo ha trasmesso alle suore dell’ordine da lui fondato che, nate per assistere le ragazze e condurle nel percorso educativo, ora in tutto il mondo sono come il prolungamento della sua opera, e portano avanti la maternità spirituale che lui ha ispirato.

Federico Gaudenzi

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