CRACOVIA Pellegrini sulle orme di san Giovanni Paolo II

Il vescovo Maurizio ha guidato un gruppo di lodigiani a Cracovia, un viaggio tra fede e cultura

«Oggi saluto questa mia diletta Cracovia come pellegrino - diceva Karol Wojtyla tornando a Cracovia per la prima volta da pontefice, nel 1979 -. Saluto tutto ciò che la forma: la testimonianza della storia, la tradizione dei re, il patrimonio della cultura e della scienza e, nello stesso tempo, la moderna metropoli». Così anche i pellegrini lodigiani che, insieme al vescovo Maurizio, hanno raggiunto la Polonia per un viaggio di cultura e preghiera.

Le parole di Giovanni Paolo II sono sempre state cariche di forza, anche nei giorni della malattia e della sofferenza. Ma quelle che pronunciò durante i suoi viaggi apostolici in Polonia emanano anche una sottile nostalgia e un amore infinito per quella terra, per la sua Cracovia di cui «ogni pietra e ogni mattone mi sono cari», come disse durante il viaggio apostolico, celebrando la Messa in occasione di San Stanislao.

Così, per comprendere appieno il valore storico e di fede della figura di Giovanni Paolo II, non si può prescindere dal seguire le sue orme nel paese in cui è nato ed ha vissuto prima del pontificato.

Il gruppo lodigiano ha fatto tappa al Centro Giovanni Paolo, la cui prima pietra fu benedetta dal suo successore Benedetto XVI l’anno dopo la sua nascita al cielo. In quell’occasione, Joseph Ratzinger riprese il Vangelo che invita a costruire la propria casa sulla roccia, spiegando che «significa costruire su Cristo e con Cristo, che è la roccia». Sicuramente, san Giovanni Paolo II ha costruito tutta la sua vita su e con Cristo, tanto che, a 18 anni dalla morte, la sua eredità resta viva e forte non soltanto in Polonia, ma in tutto il mondo.

Nel santuario, i lodigiani hanno potuto vedere anche le reliquie lì custodite, tra cui la veste insanguinata nell’attentato che subì in piazza San Pietro nel 1981.

A poca distanza, hanno visitato la casa di suor Faustina Kowalska, la santa polacca “della misericordia”, che fu canonizzata proprio da Giovanni Paolo II. Durante la cerimonia, avvenuta nel 2000, il pontefice pronunciò parole di speranza per il terzo millennio: «Che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l’avvenire dell’uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo. È certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio».

I lodigiani, insieme al vescovo Maurizio, hanno quindi potuto raccogliere una testimonianza unica della vita di san Giovanni Paolo II, incontrando il cardinale Stanisław Dziwisz, che fu segretario particolare del Papa e, in seguito, arcivescovo di Cracovia come era stato, prima di lui, Karol Wojtyla. Il viaggio ha attraversato i luoghi della fede, con le due indimenticabili Eucarestie celebrate nel santuario di suor Faustina e nella chiesa di San Floriano, ma ha percorso anche le vie della città alla scoperta delle bellezze artistiche di un luogo che è «particolare sintesi di ciò che è polacco e cristiano» e rappresenta uno specchio del cuore antico dell’Europa orientale.

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